17 gennaio 1904 – L’illuminazione pubblica diventa elettrica

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Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

17 gennaio 1904 – L’illuminazione pubblica diventa elettrica

Dopo una serie di vittorie elettorali, culminate con l’elezione dell’avvocato Giuseppe Pescetti alla camera dei Deputati (1897) e di Pilade Biondi a sindaco della città (1899), i socialisti sestesi nel 1904 si trovarono improvvisamente in difficoltà. Con la mancata rielezione del Pescetti in Parlamento agli amministratori locali venne a mancare una figura di riferimento per l’intercessione con le autorità ministeriali e per la mediazione con la Giunta provinciale amministrativa, da sempre avversa alle politiche dei socialisti sestesi.

Nonostante questo il 17 gennaio 1904 la Giunta comunale guidata da Pilade Biondi deliberò la sostituzione del sistema d’illuminazione pubblica a petrolio con quello elettrico.

Il progetto, realizzato dall’ingegnere comunale Cino Pettini, prevedeva l’istituzione dell’Azienda Comunale di Elettricità, e fu sottoposto a una doppia consultazione referendaria.

Con la prima consultazione i cittadini sestesi (1101 contro 214) sostennero il progetto della Giunta, con la seconda (935 contro 52) diedero il via libera anche all’aumento delle spese d’impianto (da 140.000 lire a 370.000 lire). Le spese derivanti dalla realizzazione della nuova azienda sarebbero state ammortizzate, secondo le intenzioni della Giunta, dalle entrate derivanti dalla distribuzione dell’energia elettrica alle industrie e ai privati.

Nel dicembre del 1905 la sede dell’officina fu fissata nella nuova piazza della stazione che, proprio per la presenza di quella nuova attività, fu intitolata a Luigi Galvani il fisiologo famoso per la scoperta dell’elettricità biologica e di alcune sue applicazioni.

L’impatto politico fu enorme perché la realizzazione di una società municipalizzata come quella sestese si scontrava con i forti interessi dell’industria elettrica privata. Per questo fu da subito osteggiata dalla Giunta provinciale che, dovendo prendere atto dei dati del referendum, fece leva sulle obiettive difficoltà economiche per la realizzazione del progetto e intervenne sul bilancio comunale ridimensionando altri progetti previsti dalla giunta sestese.

La vicenda ebbe un seguito anche nelle aule di tribunale:

Biondi fu accusato di peculato continuato per avere, nella sua qualità di sindaco, distratto a suo favore la somma di 70.000, ma il 14 luglio 1906 fu assolto perché il fatto addebitatogli non costituiva reato.
La Nazione del 15 luglio 1906 riporta così la notizia:

La lettura della sentenza è accolta da applausi fragorosissimi. Molti amici del Biondi gli si gettano al collo abbracciandolo e baciandolo. Il Biondi viene condotto fuori dall’aula, sollevato da terra dagli amici

La stagione politica del Biondi però volgeva al termine: la questione giudiziaria, gli attacchi della minoranza, ma anche le divergenze all’interno del partito socialista sestese indussero il sindaco alle dimissioni. Biondi faceva parte di un gruppo riformista ormai minoritario e lontano dall’orientamento integralista che Ferri aveva imposto a livello nazionale al partito e che era condiviso dalla maggioranza dei militanti sestesi. A Biondi si rimproverava il mancato rispetto dei tempi di attuazione dei programmi condivisi durante campagna elettorale e la ricerca di un impossibile compromesso con la politica della Giunta provinciale. Fu sostituito da Fortunato Bietoletti.

A chi, da destra o da sinistra, lo rimproverava per aver dato la precedenza all’azienda municipalizzata rispetto a una politica di edilizia scolastica e di realizzazione di case popolari Biondi rispose energicamente in consiglio comunale il 22 settembre 1906:

Il Comune ha fatto bene a deliberare prima l’impianto elettrico perché con gli utili di questo, e non con l’aumento delle imposte che si ritiene possibile di risolvere le due questioni accennate

Di lì a poco Biondi lasciò la politica e si dedicò all’attività d’imprenditore. Nel 1908, aprì la prima sala cinematografica di Sesto Fiorentino: l’Eden

Secondo lo storico sestese, Ernesto Ragionieri, la realizzazione dell’Azienda Comunale di Elettricità fu più un successo politico che economico. Se il bilancio comunale non se ne avvantaggiò particolarmente, gli amministratori videro però aumentare popolarità e consenso in maniera decisiva. Fattori determinati per lo sviluppo delle politiche di carattere sociale che avrebbero caratterizzato gli anni successivi.

Proprio per questo carattere simbolico il regime fascista decise di liquidare quell’attività. Con un atto del 15 ottobre 1925 il Comune vendette l’Azienda Comunale di Elettricità e tutti i suoi annessi alla Selt Valdarno per la cifra di cinquecentomila lire. Con tutta probabilità non si trattò solo di una manovra politica visto che dieci anni prima la stessa Valdarno aveva offerto una cifra quattro volte superiore.

 Daniele Niccoli

 

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