21 novembre 1943 – Prima azione partigiana su Monte Morello

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

SESTO GIORNO PER GIORNO

21 novembre 1943 – Prima azione partigiana su Monte Morello

Nel 1943, all’indomani dell’armistizio gli antifascisti fiorentini decisi a combattere contro gli invasori tedeschi e contro le truppe della Repubblica di Salò iniziarono a organizzarsi.

A loro si unirono renitenti alla leva, ex prigionieri di guerra ma anche molti operai. Nella zona di Sesto chi decise di darsi alla macchia scelse, come prima base, monte Morello.

Il borgo di Querceto, alla pendici del monte, era allora difficilmente raggiungibile e abitato da gente fidata. La casa colonica della Cipressa, in prossimità delle Cappelle, rappresentò il primo centro di smistamento.

I comunisti, che avevano alle spalle anni di lotta clandestina, furono i primi a organizzarsi. A guidarli, fin da subito, fu Giulio Bruschi(Berto). Insieme a lui, nella prima formazione vi erano Rolando Gelli(Mangia), Olinto Ceccuti (Cecco), Alfredo Bini e Contino Conti. Quasi in contemporanea si organizzarono altri due gruppi. Uno proveniente da Campi e comandato dall’ex militare Lanciotto Ballerini. L’altro, attivo nella zona di Cercina e Ceppeto, raccoglieva partigiani della zona delle Panche ed era comandato dai fratelli Marino e Morando Cosi. Fu proprio di quest’ultima formazione il primo caduto della resistenza fiorentina. Si tratta di Giovanni Checcucci, già condannato a sei anni dal Tribunale Speciale, che fu sorpreso, durante una sosta presso la chiesa di Ceppeto.

A Sesto intanto si era organizzato il Comitato di Liberazione Nazionale. La componente democristiana, costituita da Fosco Fantechie Alberto Giachetti aveva il compito, mantenuto per tutto il periodo della Resistenza, del rifornimento di indumenti e coperte da destinare ai partigiani saliti in montagna. I socialisti guidati da Arduino Saccentie Annibale Frilli si occuparono invece delle derrate alimentari. Fondamentale fu il ruolo di Guido Presciani che, con la collaborazione di Umberto Conti che lavorava al mulino Biondi, riuscì a sottrarre notevoli quantità di farina per la produzione del pane destinato ai combattenti.

Agli stessi partigiani toccò invece l’arduo compito di procurarsi le armi. La prima azione del gruppo sestese ebbe proprio questo obiettivo. Il 21 novembre 1943, in prossimità di Baroncoli i giovani e inesperti partigiani fermarono un sidecar con a bordo un ufficiale della milizia e un medico. Volevano disarmare il tenente della Guardia Nazionale Fascista, ma questi, sfruttando un momento di indecisione, sparò e uccise Siro Romanelli, partigiano da cui, successivamente, la formazione prese il nome.

All’operazione prese parte anche il volterrano Renato Ciambri detto Bube. Sarebbe diventato famoso nel dopoguerra per il romanzo di Carlo Cassola.

Daniele Niccoli

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