23 gennaio 1909 – Nasce la Fratellanza Operaia di Querceto

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Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore dei libri Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino – I giorni della nostra storia

Fatti e date che caratterizzano la storia e la cronaca della città di Sesto con la speranza che ci possano aiutare a conoscere la nostra semenza e a intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

23 gennaio 1909 – Nasce la Fratellanza Operaia di Querceto

Il maestro elementare Ferruccio Orsi fu, secondo la descrizione di Ernesto Ragionieri, un agitatore sociale mal sopportato dalla classe dirigente sestese della seconda metà dell’Ottocento. Giunse a Sesto nel 1878 per svolgere l‘attività di maestro elementare che in effetti condusse per sedici anni. Fu anche nominato direttore didattico delle scuole del Comune, ma si mise in contrasto con la Giunta Comunale cui rimproverava l’esiguità degli stanziamenti per la pubblica istruzione. In seguito a una conferenza che il maestro tenne in occasione delle elezioni amministrative, Orsi fu licenziato. Il provvedimento faceva parte del programma di politica repressiva che gli esponenti del potere locale adottarono nei confronti degli oppositori. D’altra parte Orsi era un convinto e focoso repubblicano con grandi doti organizzative tanto che riuscì a far eleggere in consiglio comunale i primi esponenti di opposizione dopo l’Unità d’Italia.

Grazie a lui nel 1888 fu inaugurata a Sesto la sezione della Fratellanza Artigiana, un’organizzazione di stampo mazziniano nata a Firenze nel 1860 che ebbe nel nostro paese numerosi collegi. La Fratellanza Artigiana fu determinante per la costituzione delle prime cooperative di consumo che nel tempo si sarebbero trasformate in quelle Case del Popolo che ancora oggi sono parte sostanziale del tessuto sociale sestese.

Sull’esempio di quanto era già successo a Colonnata e nel capoluogo, nel 1891 a Querceto nacque La Società Cooperativa di Consumo, un’organizzazione volta alla distribuzione al dettaglio di generi alimentari in favore dei soci. Nel 1909 tale società si aggregò con la preesistente (1890) Società Corale di Mutua Assistenza dando luogo alla Fratellanza Operaia di Querceto. Primo presidente fu Egisto Piccini. Durante le prime adunanze, furono affrontate questioni fondamentali come il prezzo del pane, l’acquisto di un terreno, la solidarietà nei confronti dei lavoratori in sciopero e il rapporto con le altre cooperative del territorio. La nuova istituzione, nell’intento dei fondatori, doveva però rappresentare anche un centro di aggregazione e divertimento e quindi non sorprende che tra i temi dibattuti durante le assemblee ci fosse anche l’ipotesi di realizzazione di un pallaio per giocare a bocce. Paradossalmente, ma non troppo, fu più ‘facile’ trovare i fondi per l’acquisto di un terreno sul Gavine (1909) che i fondi per il pallaio (1922).

Durante il Ventennio la vita di tutte le associazioni subì un grosso ridimensionamento. Non fece eccezione la Fratellanza Operaia di Querceto che prima dovette concedere spazi ai fasci di Combattimento, poi rischiò la chiusura da parte del prefetto per presunte misure di pubblica sicurezza e infine, nel 1929 fu commissariata. Da lì in poi le assemblee dei soci si diradarono sempre più fino a interrompersi definitivamente il 3 novembre 1943.

Dopo la Liberazione la Cooperativa riprese gradualmente le sue funzioni. In occasione della prima assemblea, tenutasi il 25 ottobre 1944, Siro Fedi fu eletto presidente. Da allora tanta acqua è scorsa nel letto del Gavine, ma la Casa del Popolo ha continuato a rappresentare un punto di aggregazione per gli abitanti del Borgo e non solo.

Non ha perso neanche la sua vocazione per lo sport e il divertimento raggiungendo anche risultati importanti nel calcio amatoriale.

Il vostro scriba (scarso nel calcio come nella scrittura) è testimone di un’epoca in cui il calcio a Querceto raccoglieva modesti risultati ma creava salde e durature amicizie. Dopo il ritiro del Mancino ho anche immeritatamente vestito, io che sono di sott’i treno, la fascia da capitano. Vorrei poter snocciolare a memoria i nomi di tutti i compagni di squadra di quei roboanti anni ’80, ma la memoria è più corta del fiato.

A rischio di inimicarmi qualcuno, provo a citare la prima formazione:

Willam Del Granchio (Willy), Fabio Fantini, Oriano Bartolini, Daniele Niccoli (Dottore), Simone Cresci, Francesco Giorgeschi (Mancino), Massimiliano Mosca, Marco Marrani, Marco Nencini, Massimo Mellini, Sandro Nocchi, Allenatore, Carlo Tanganelli. Presidentissimo e amatissimo, Luciano Bartolini.

Anche noi calciatori (si fa per dire) siamo stati testimoni della dismissione dei vecchi locali dove, pure, andavamo a servire caffè e birre con la supervisione di Bamboline.

Le fatiscenti strutture e l’infelice posizione geografica dei locali alla fine hanno reso necessaria la chiusura della Casa del Popolo. Quel 5 ottobre 1997 furono in tanti a versare qualche lacrima. Sul Gavine sono rimasti affetti e ricordi, ma la scelta, seppur dolorosa era inevitabile. E’ grazie a quella decisione se la Casa del Popolo di Querceto, come un’araba fenice è rinata in via Napoli. E non ci sono voluti 500 anni come vuole la narrazione di Erodoto. E’ bastato un anno…e tanto sacrificio.

Daniele Niccoli

 

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