Afa, popone e aringa

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“Era il 38 luglio ed era scoppiata l’afa”. Non Kierkegard e nemmeno Leopardi, ma ‘soltanto’ gli Squallor che, nel lontano 1973, si inventarono questa canzone senza senso a partire dalla data che ne costituisce il titolo.
Forse sarà stata proprio l’afa dei giorni scorsi, ma le polemiche che si sono sviluppate intorno al problema del cattivo odore proveniente dall’impianto di compostaggio di Case Passerini mi hanno fatto venire in mente proprio le parole a vanvera della canzone.

Sarà che pillole per l’afa (cit. Pieraccioni- Il Ciclone) non esistono, ma il dibattito sui social ha qualcosa di surreale. Immediatamente si sono create due fazioni: da una parte chi, dopo le elezioni del 2016, si sente immeritatamente escluso dal governo della città (quasi fosse un diritto imperituro)  e ora sembra vestire i panni del Dante di Marasco “O fiorentino mi avete esiliato, prendete la merda che Dio v’ha mandato”.; dall’altra chi, pur di osannare ciò che succede a Sesto da giugno dell’anno scorso, sarebbe disposto a considerare la puzza che dilaga nella Piana meglio dello Chanel n° 5.
Se quello che viene scritto sui social, alla fine, fa solo colore, più discutibili sono le risposte della politica: “Un disagio temporaneo determinato dalle condizioni atmosferiche” diceva chi amministrava durante la calda estate del 2014; “Si confida in un abbassamento delle temperature e nel cambio di direzione dei venti” sostiene chi governa nel 2017. Se dobbiamo riconoscere il merito ad entrambe le Amministrazioni di aver sollecitato il gestore a trovare soluzioni, non possiamo non notare un certo senso di impotenza di fronte ad eventi atmosferici per altro assolutamente prevedibili.
Come il prode Ulisse siamo quindi alla mercé di Eolo e Poseidone?

(A proposito, il valoroso Odisseo non ce l’ha mica raccontata giusta: con la scusa dell’afa e del vento che non gonfiava le vele delle concave navi, mentre Penelope faceva e disfaceva la tela, lui se l’è spassava con la maga Circe e la ninfa Calipso mettendo al mondo un bel po’ di figlioli. Altro che destino infingardo).

Chi amministra non può essere schiavo del fato, tanto meno del caldo o della direzione del vento che, caso mai, trasporta la puzza in un altro posto. Chi amministra deve prevedere, decidere e risolvere e, lo dico al popolo di Facebook, non è facile per nessuno.
Forse sarebbe il caso di riconsiderare tutto il sistema legato alla produzione di rifiuti senza preconcetti: le scorie prodotte dall’inceneritore, l’ubicazione degli impianti di compostaggio, ma anche i disagi legati all’eventuale raccolta porta a porta. Non è necessario infatti essere lo strolago di Brozzi, quello che riconosceva i pruni al tasto e la merda al puzzo, per immaginare che l’estate prossima all’ordine del giorno delle discussioni sui social ci sarà, oltre all’afa, la puzza delle bucce di popone e dei resti dell’aringa che saremo costretti a tenere per due o tre giorni in casa. Con questo auguriamo buon lavoro sia alla maggioranza che alla minoranza affinché venga portato a casa un buon risultato. A noi cittadini tocca il compito di vigilare, di commentare ma anche di partecipare attivamente alla Cosa Pubblica.

Con queste modeste considerazioni la redazione di Tutto Sesto si sposta, per una settimana, sotto l’ombrellone, ma non vi abbandonerà. Al limite sarà solo un po’ meno puntuale, ma le notizie arriveranno comunque.

A settembre inizieremo ad occuparci anche di Campi Bisenzio.

Buone Vacanze

TUTTO SESTO

 

 

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