Al teatro delle Donne, “Mio eroe” di Giuliana Musso

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Teatro Manzoni
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Una straordinaria Giuliana Musso va in scena sabato 25 febbraio al Teatro delle Donne di Calenzano (ore 21,15), per la prima toscana di “Mio eroe”, spettacolo ispirato alle storie di alcuni militari italiani caduti in Afghanistan durante la missione ISAF (2001-2014).

Storie raccolte dalla voce delle loro madri, che testimoniano con devozione la vita di figli che non ci sono più, ne disegnano il carattere, il comportamento, gli ideali. Costruiscono un altare di memorie personali che trabocca di un naturale amore per la vita. Cercano parole e gesti per dare un senso al loro inconsolabile lutto ma anche all’esperienza della morte in guerra, in tempo di pace.

Nell’alveo di questi racconti intimi, a tratti lievi a tratti drammatici, prende però forza e si fa spazio un discorso etico e politico. In Mio Eroe, la voce stigmatizzata della madre dolorosa, da sempre sequestrata nello spazio dei sentimenti, si apre un varco, esce dagli stereotipi e si pone interrogativi puntuali sulla logica della guerra, sull’origine della violenza come sistema di soluzione dei conflitti, sul mito dell’eroe e sulla sacralità della vita umana.

Il dolore delle madri può superare la retorica militarista che ci impedisce di ragionare sulla guerra, quando siamo di fronte al feretro coperto dal tricolore, e affonda con la forza dei sentimenti in una più autentica ricerca di verità. In queste testimonianze femminili il tema della pace e il tema della maternità risuonano per quello che ancora sono: miti pubblicamente venerati e segretamente dileggiati.

Solo alla fine del monologo sarà forse visibile, come una filigrana in controluce, che la voce delle madri piangenti è la voce della razionalità umana.

Giuliana Musso, classe 1970, vicentina d’origine e udinese d’adozione. Attrice, ricercatrice, autrice, Premio della Critica 2005, è tra le maggiori esponenti del teatro di narrazione e d’indagine: un teatro che si colloca al confine con il giornalismo d’inchiesta, tra l’indagine e la poesia, la denuncia e la comicità. Una poetica che caratterizza tutti i suoi lavori: una trilogia sui “fondamentali” della vita, Nati in casa, Sexmachine e Tanti Saluti (nascita, sesso e morte), Indemoniate (su un caso di isteria collettiva alla fine dell’Ottocento), Dreams (sull’indebitamento), La Base (sulla costruzione della base militare U.S.A. a Vicenza). La Fabbrica dei preti un intenso lavoro nel quale da voce a chi ha vissuto nei seminari italiani prima del Concilio Vat. II.

Met

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