Kapo (Pd) a TuttoSesto: “La sfiducia a Biagiotti? Decisione grave ma necessaria”

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Martedì 21 luglio il consiglio comunale discuterà la mozione di sfiducia nei confronti del sindaco di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti presentata da tredici consiglieri fra cui otto del Pd. TuttoSesto ha intervistato in esclusiva il capogruppo dei democratici Diana Kapo.

Inizio con una domanda diretta, ma che pochi vi hanno fatto. Quali sono le ragioni di questo strappo? E’ veramente tutto riconducibile a questioni personali come è stato scritto da certa stampa?
“Purtroppo è più facile semplificare in questo modo che parlare dei problemi che noi denunciamo da più di un anno in tutte le sedi, istituzionali e di partito. E’ più facile parlare di rancori personal o di logiche nazionali. Io trovo tutto questo molto patetico. Basta considerare la storia degli otto firmatari. Siamo persone con storie politiche molto diverse, accomunate da anni di impegno e sacrificio per il partito. Tra questi di noi ci sono persone, come la sottoscritta e come Giulio Mariani che nascono con il Pd senza mai essere stati iscritti ad altri partito. Io sono alla mia prima esperienza amministrativa. Ho acquisito il diritto di voto nel 2010. Si tratta di un’esperienza nuova, bella e, a questo punto, anche dolorosa visto il punto in cui siamo arrivati. Certo, mi rendo conto quanto sia facile dire che siamo dei rancorosi, ma non è così. Nella mozione noi mettiamo in fila tutti i problemi, dalla incapacità di governo alla mancanza di indirizzo politico fino all’amara considerazione di non percepire nessun punto programmatico di riferimento relativo a quello che il sindaco vuole fare. Se vogliamo nascondere la sua incapacità palesando questioni di rancore si fa un’operazione di semplificazione che non corrisponde alla verità. Noi gli abbiamo chiesto di dimostrare impegno, responsabilità e coerenza politica. In questo anno di governo non è successo niente di questo. Ne è un esempio il consiglio del 3 luglio 2014 quando votammo l’ordine del giorno contro l’aeroporto mentre il sindaco votò in maniera opposta. La nostra posizione era nota e allora tirò fuori dal cilindro la storia del buco di bilancio su cui, peraltro, è stata regolarmente sbugiardata. Abbiamo chiesto al sindaco di intervenire nelle sedi opportune riguardo le questioni dell’aeroporto e del termovalorizzatore, ma non lo ha fatto o lo ha fatto in modo tiepido. Mi sento in difficoltà a difendere questo tipo di atteggiamento anche perché abbiamo cercato il dialogo, ma la risposta non è andata oltre un’alzata di spalle. Se siamo arrivati ad un atto così estremo è perché sono successo molte cose”.

In questi giorni tante testimonianze di solidarietà nei confronti del sindaco, ma pochi sono andati alla ricerca delle vostre ragioni e di una loro analisi. Come te lo spieghi?
“Non potevano fare altrimenti. Le istituzioni difendono le istituzioni. E’ logico e non mi sorprende. Magari avrebbero dovuto intervenire quando venivano lanciati i segnali d’allarme. Noi abbiamo sempre chiesto il dialogo, lo abbiamo fatto nelle sedi di partito, nelle assemblee e nelle sedi istituzionali. Chi non conosce la vicenda non dovrebbe arrivare all’ultimo a giudicare, ma chi doveva sapere sapeva”.

Quale ruolo hanno svolto il Pd sestese e quello metropolitano nella vicenda?
“Camilla Sanquerin (ex segretario del Pd di Sesto, ndr) le ha provate tutte. Si è dimessa perché avvertiva l’impossibilità di dialogare con questa Amministrazione. E’ stato un atto doloroso per lei che pur avendo solo 33 anni, guidava il partito di Sesto ormai da cinque anni. Il sindaco continuava a dire che il problema era piazza Ginori, non poteva che dimettersi, se non altro per vedere se veramente le colpe erano lì. Anche Incatasciato (segretario del Pd metropolitano, ndr) ha provato ad intervenire, magari se ci avesse interpellato prima di rilasciare interviste sui giornali sarebbe stato tutto più facile. Parrini (segretario del Pd toscano, ndr) più semplicemente dice che noi non siamo gli interlocutori. Se un dirigente regionale del partito usa toni così arroganti diventa difficile risolvere una situazione complicata. La storia non nasce oggi. Tutti i dirigenti hanno un report dettagliato di ciò che è successo a Sesto nell’ultimo anno”.

Vi accusano di non aver discusso prima all’interno del partito.
“In realtà abbiamo discusso e il partito lo sa benissimo. Ogni decisione presa dai consiglieri è stata discussa e votata all’interno della direzione comunale. E’ capitato che membri della direzione non si siano presentati alle riunioni oppure si siano alzati per andarsene a fare la claque alle cene dei vari candidati, senza partecipare alle discussioni, ma non può essere una nostra colpa. Noi il partito lo abbiamo rispettato. Qui non si vuol capire che gli unici che stanno rispettando il partito siamo noi perché stiamo difendendo un programma per il quale siamo stati eletti e su cui il partito si è impegnato. Noi dall’inizio diciamo che il partito non è valorizzato in Giunta perché semplicemente in Giunta non c’è. A questo ci è stato risposto solo di non presentare la mozione perché altrimenti ci avrebbero buttato fuori”.

Come mai avete accettato di non fare le primarie? Tutti hanno avuto la percezione di una candidatura calata dall’alto che non avete mai accettato. Non sarebbe stato meglio consultare la base?
“La candidatura di Sara Biagiotti nasce da un progetto politico che prevedeva, oltre che la candidatura di Sara, anche la valorizzazione di questo partito e dei suoi membri all’interno del territorio. Non perché queste persone avessero bisogno di un lavoro, come scioccamente sento dire, ma perché sono conosciute e competenti. In tutto questo ci è stato chiesto di non fare le primarie e il partito di Sesto ha acconsentito per dare forza ad una candidatura unitaria. Purtroppo il programma è stato completamente disatteso”.

Molti chiedono un vostro ripensamento. Ci sarà?
“Siamo arrivati ad una decisione così sofferta dopo averci pensato a lungo. Non l’abbiamo fatta a cuor leggero. Al momento, per quanto mi riguarda, non ci sono i presupposti per un ripensamento. Noi siamo determinati nel richiedere a questo sindaco di abbandonare il governo della città. Altri quattro anni con questo sindaco Sesto non se li può permettere. Dieci giorni sono lunghi, il sindaco può fare tante cose. Noi la scelta l’abbiamo fatta”.

Sarebbe, a memoria, il primo commissariamento per Sesto. Una grande responsabilità. Di chi la colpa?
“Per presentare una mozione bastavano dieci firme. Noi ne abbiamo presentate tredici per far vedere che esiste già una posizione netta per far finire questa esperienza. Tutti abbiamo delle responsabilità. Noi ce ne siamo fatti carico dall’inizio alla fine. Il sindaco non lo ha fatto. La colpa viene data a noi, ma non saremmo mai arrivati a questo punto se ci fosse stato dialogo”.

Sara Biagiotti ha detto che in caso di nuove votazione sarà di nuovo lei il candidato del Pd.
“Se lei ritiene eccellente la sua esperienza ha il diritto di farlo. Sarà il Pd a decidere se riproporre un sindaco sfiduciato”.

Cosa dite a chi vi minaccia di espulsione
“Posso dire che tutti noi abbiamo dato anni della nostra vita al partito sacrificando tanto del personale, ma lo abbiamo fatto con convinzione credendo ad un progetto. All’interno del gruppo dei firmatari ci sono storie diverse. Chi, come me nasce con il Pd, che viene dai Ds, chi viene dalla Margherita. Tutti abbiamo pensato di arricchirlo e continuiamo ad essere convinti di star bene in un contenitore politico in grado di valorizzare le diversità. Se così non è, se deve prevalere il pensiero unico e la strenua difesa anche di chi non è capace il partito mi espella pure”.

In caso di espulsione avete pensato ad un’alternativa politica?
“Sono discorsi prematuri anche perché siamo concentrati sul presente. La nostra azione non nasconde secondi fini. Non siamo alla ricerca di poltrone. Il nostro è un gesto d’amore nei confronti della città ma non possiamo nascondere il disagio che proviamo ad appoggiare questo sindaco. Sono alla mia prima esperienza in consiglio comunale. Dopo un solo anno mi trovo a prendere una decisione grave. Non lo faccio con leggerezza, anzi ne sento tutto il peso. Aspetto che il partito decida cosa fare di questi otto dissidenti-golpisti. Ormai ci dicono di tutto. Poi vedremo”.

Vi dà fastidio essere definiti gianassiani?
“Non mi dà fastidio, lo trovo patetico e stupido. Gianni Gianassi, dal momento che è decaduto dalla carica di sindaco, non ha più proferito parola sulle questioni amministrative di Sesto. Tra i firmatari della mozione c’è Andrea Guarducci che spesso si trovava in contrasto con Gianassi. Io e Sacconi in quel consiglio non c’eravamo nemmeno. Sono etichette senza senso”.

Vuoi dire qualcosa ai cittadini che ti hanno votato?
“Dico ai cittadini che abbiamo presentato questa mozione perché non vogliamo che Sesto sia mal governata. Abbiamo preso una decisione grave, ma necessaria. Il nostro impegno continuerà ad essere serio e costante. Ai cittadini dico anche di partecipare all’assemblea di lunedì a Colonnata. Sentiranno le nostre ragioni, noi sentiremo le loro. Comunque ci mettiamo la faccia”.

 

STEFANO NICCOLI

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