Monaco benedettino, figlio di due nobili: ecco chi è don Paolo Glaentzer

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L’edizione odierna di Repubblica Firenze fa un “ritratto” di don Paolo Glaentzer, il prete di Sommaia (Calenzano), sorpreso lunedì sera in un auto con una bambina di dieci. Ecco quanto si legge nell’articolo:

“Paolo Glaentzer, ex monaco benedettino diventato nel 2003 amministratore di una parrocchia del vicariato di Sesto- Calenzano, non è un figlio del popolo. Classe 1948, figlio di una nobildonna siciliana e di un nobile tedesco originario di Colonia, e nipote di una suona benedettina, nasce a Roma e frequenta il liceo nella capitale, dove si diploma prima di partire per Karslruhe, in Germania, per studiare ingegneria. Dopo qualche tempo, però, interrompe gli studi, e si orienta su tutt’altro.

 

Racconterà in seguito di aver sentito il richiamo della vocazione dopo una visita all’Abbazia benedettina di Metten, in Baviera. È lì che, conclusi gli studi teologici a Salisburgo, resterà per circa vent’anni. Tanti, ma nemmeno troppi, data la tradizionale stanzialità degli ordinati benedettini nei loro monasteri ‘ di origine’. Fatto sta che a un certo punto padre Paolo ricompare in Italia, in Valdarno, per essere poi accolto nel monastero delle benedettine di Rosano.

 

A chi gli chiede che lo cosa lo abbia riportato “a casa”, padre Paolo racconterà di averlo fatto ” per motivi di salute” non meglio specificati. Di sicuro, a Firenze, ha dovuto affrontare varie operazioni alle anche (all’ospedale di Careggi), che gli hanno lasciato problemi di deambulazione.

 

Nel 2003, eccolo all’altro capo del territorio fiorentino, dove l’arcidiocesi di Firenze gli assegna due parrocchie in qualità di amministratore parrocchiale (visto che, come ieri ha chiarito l’arcivescovo Betori, Glaentzer non è incardinato nella diocesi di Firenze). Non solo. Diventato cappellano di un misterioso Supremo Ordine Teutonico del Dein di Agbor (per cui ancora nell’aprile del 2017 celebra una messa di Pasqua nella sua parrocchia), grazie alla padronanza del tedesco viene incaricato di dire messa nella sua lingua madre per la piccola comunità di tedeschi che si ritrova a San Gaetano in via Tornabuoni. Fino a 4 anni fa, quando chiederà di essere sostituito per non sguarnire, di domenica, la sua parrocchia di campagna. E adesso, arrivato alla pensione (nel giugno scorso, ma gli è stata data una proroga di un mese, avrebbe dovuto officiare l’ultima messa a settembre), si stava preparando a un altro trasloco a Bagni di Lucca, dove ha comprato una casa e aveva cominciato a portare le valigie”.

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