Moschea a Sesto: la Lega raccoglie firme per il no

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Simbolo Lega

Per dire no alla moschea a Sesto Fiorentino, la Lega sarà presente con un proprio gazebo sabato 16 febbraio dalle 14 alle 19 in via Cavallotti dove inizierà la raccolta firme da presentare al sindaco Lorenzo Falchi.

Dichiarano Daniela Pancani, responsabile Lega di Sesto Fiorentino, e Filippo La Grassa, coordinatore Lega della Piana Fiorentina, e Alessandro Scipioni, segretario Provinciale Lega.

Non riteniamo democratico e costituzionale effettuare una scrittura privata per impedire il diritto di espressione della reale volontà popolare dei cittadini di Sesto Fiorentino in merito alla costruzione della moschea. Il Comune di Sesto Fiorentino infatti ha firmato nel Dicembre scorso un Protocollo d’Intesa con l’Arcidiocesi, l’Università degli Studi di Firenze e l’AMF (Associazione per la Moschea di Firenze). Il Comune di Sesto Fiorentino e la Comunità Islamica hanno avviato da tempo un confronto che ha portato all’individuazione di un terreno in Via Pasolini per il quale il vigente Regolamento Urbanistico prevede già la realizzazione di edifici per il culto e le attività a carattere religioso.L’ Arcidiocesi, proprietaria dell’area, si è resa disponibile a cedere a titolo oneroso alla Comunità Musulmana della Provincia di Firenze affinché possa realizzarvi una Moschea. Contestualmente l’Arcidiocesi otterrà a titolo oneroso un altro terreno di proprietà dell’Università di Firenze nell’area del Polo Scientifico di Sesto.

Cessione e acquisti di terreni effettuati tramite “scrittura privata” che escludono totalmente la reale volontà popolare e i reali bisogni e le relative priorità della cittadinanza

Addirittura la Comunità Musulmana si occuperà del bando di concorso per la realizzazione della migliore opera progettuale dal punto di vista architettonico.

Riteniamo importante ribadire alcuni punti fondanti che spiegano la nostra ferma contrarietà a tali progetti a favore della Comunità Musulmana.

1) L’Islam non è una religione che ha stipulato un’intesa con il nostro Stato Italiano ed è pertanto incompatibile con le nostre leggi, così come recita l’art. 8 della Costituzione: ‘Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge. Le confessioni religiose diverse dalla Cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in quanto non contrastino con l’ordinamento giuridico Italiano. I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze’.

Nel Corano e nella sharia ci sono centinaia di versetti che regolamentano l’esistenza dei musulmani, nonché pratiche imposte da Allah ai loro fedeli, che sono in totale contrasto con le leggi laiche dello Stato, in tema di diritto civile e penale, su temi come la sacralità della vita, la pari dignità tra uomo e donna, la libertà di scelta religiosa.

In realtà, la comunità Musulmana è molto divisa e frammentata al suo interno e i contenuti del suo programma non sarebbero compatibili con le leggi laiche dello Stato.

Riteniamo pertanto singolare e anche incongruo che, mentre da un lato l’Islam confligge con l’articolo 8 della Costituzione, le istituzioni pubbliche e locali operano come se l’Islam fosse pienamente legittimato alla stregua di altre religioni, permettendo all’Islam il diritto di disporre moschee e scuole coraniche. Se fossimo in uno Stato di diritto che si rispetti, in Italia le moschee non dovrebbero proprio esserci.

L’articolo 19 afferma la libertà di culto del singolo ‘purché non si tratti di riti contrari al buon costume, che non viene messa in discussione ma non confligge con l’articolo 8 che entra nel merito del contenuto della religione e del suo rapporto con lo Stato’.

L’articolo 2 afferma che ‘il carattere ecclesiastico e il fine di religione o di culto di un’associazione od istituzione non possono essere causa di speciali limitazioni legislative , ne di speciali gravami fiscali per la sua costituzione, capacità giuridica e ogni forma di attività’.

2) Gran parte delle moschee in Italia sono abusive ed illegali. Nonostante risultino essere sedi di associazioni culturali Islamiche con finalità “culturale”, così come contemplato dallo statuto,in realtà si svolgono funzioni del tutto arbitrarie. Al contrario, se un cittadino Italiano dovesse adibire per una finalità diversa un locale, sarebbe certamente costretto a sospendere l’attività e verrebbe sanzionato per violazione di legge. Tale regolamento evidentemente non vale per le moschee che continuano ad operare, senza sanzioni, come se beneficiassero di uno stato giuridico speciale, al di sopra per così dire della legge.

3) Gran parte dei finanziamenti per la costruzione delle Moschee provengono dai Paesi Islamici impegnati nell’islamizzazione dell’Europa e del mondo intero, così come sono risultati coinvolti nel finanziamento organizzazioni terroristiche e radicali Islamici, da Al Qaeda all’Isis, ecc…I paesi coinvolti risultano prevalentemente l’Arabia Saudita e il Quatar, la Turchia e gli Emirati Arabi, quindi l’Iran.

4) La figura dell’Imam, che dovrebbe essere equiparata ai “ministri di culto”, in realtà è risultata spesso nei casi di cronaca una figura del tutto auto-referenziale e talvolta dannosa che non si fonda né su una legittimazione religiosa né su una investitura democratica. Manca infatti un albo dell’Imam che funga da “garante” della legittimità del ruolo.

5) E’ un dato oggettivo che ciò che Allah prescrive nel Corano e ciò che ha detto e ha fatto Maometto legittimano l’odio, la violenza, la morte contro i miscredenti, a partire dagli ebrei e dai cristiani, contro gli apostati, gli adulteri, le donne, gli omosessuali. Ciò è prescritto da Allah nel Corano, che per i Musulmani è il dio “incartato”, rivelato da Allah a Maometto attraverso l’Arcangelo Gabriele, i cui contenuti sono ordini da ottemperare letteralmente e integralmente.

“Getterò il terrore nel cuore dei miscredenti: colpiteli tra capo e collo…non siete certo voi che li avete uccisi: è Allah che li ha uccisi “ (8, 12-17);

Da questo si comprende anche l’aspetto legato alla de-responsabilizzazione dell’atto violento e la “legittimazione dell’agire” in nome di Allah.

“Uccideteli ovunque li incontriate e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio”( 2, 191),

“Non c’è dio al di fuori del Dio Unico! E se non cessano di dire , un castigo doloroso giugerà ai miscredenti” ( 5, 72-73).

I Musulmani credenti pregano 5 volte al giorno. La preghiera inizia con la lettura della prima Sura, i capitoli del Corano che sono in tutto 114, detta Al-Fatiha, l’Aprente, che viene ripetuta all’inizio delle 17 “unità adorative”, fatte di gesti e di invocazioni obbligatorie. Da questo si comprende che, consapevolmente o meno, tutti i giorni, almeno 17 volte , tutti i fedeli musulmani che pregano condannano di fatto gli ebrei e i cristiani, a prescindere dal fatto che siano musulmani moderati, integralisti, estremisti o terroristi. Pertanto ciò che viene predicato nelle moschee è in flagrante contrasto con le nostre leggi.

6) In seguito all’attentato terroristico del 26 giugno 2015 in cui un terrorista Islamico Tunisino dell’Isis fece una strage di turisti sulla spiaggia in Tunisia, il governo tunisino reagì proclamando lo stato di emergenza, reintroducendo la pena di morte e ordinando la chiusura di 80 moschee indicandole come “covi del terrorismo”. Le moschee furono chiuse e prese d’assalto dall’esercito e dalla forze dell’ordine anche in altri Stati Islamici. Se sono proprio quest’ultimi a chiudere le moschee, indicandole come possibili “covi del terrorismo”, in quanto si praticherebbero lavaggi del cervello che trasformano le persone in macchine da guerra, non possiamo certamente in Italia e in Europa legittimare l’apertura delle moschee continuando ad illuderci pericolosamente che l’Islam sarebbe una religione di pace, negando e mistificando la realtà.

Per tutti questi motivi la Lega dice fermamente no all’apertura della moschea a Sesto Fiorentino e all’islamizzazione del nostro territorio, volendone preservare i  valori cristiani fondanti e i diritti dell’uomo“.

 

 

 

 

 

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