A poche ore dalla chiusura della rassegna antologica che Sesto Fiorentino ha dedicato ad Antonio Berti, i figli dell’apprezzato artista hanno tracciato un bilancio ampiamente positivo dell’evento.
La mostra – inaugurata il 28 febbraio e intitolata “Antonio Berti (1904-1990)” – è stata organizzata, con la collaborazione della famiglia Berti, dal Comune di Sesto e dal gruppo La Soffitta Spazio delle Arti. Inserita nel progetto “AltoBasso 2016”, è stata ospitata in due spazi espositivi: il centro “Antonio Berti” di via Bernini, dove sono state collocate le più belle sculture della produzione fra gli anni trenta e gli anni ottanta e alcuni quadri di inizio anni trenta, e a La Soffitta Spazio delle Arti, all’ultimo piano del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata, dove è stato ricreato un contesto più intimo in cui, grazie a disegni, foto e corrispondenze con i grandi del Novecento, è emersa la vera anima dell’uomo celata dietro all’artista.
“Questo progetto è stato un po’ una scommessa – ha detto Giovanni Berti – e si è rivelato una scommessa vinta. Bisognava verificare come, nel 2016, a 27 anni dall’ultima grande mostra a lui dedicata, che si tenne a San Piero a Sieve nell’89, l’arte di mio padre potesse apparire ancora importante ed essere oggetto di riletture e interpretazioni nuove. La risposta è stata eccellente sia dal punto di vista quantitativo, complessivamente sono venute diverse migliaia di persone, che qualitativo vista l’attenzione ricevuta da addetti ai lavori e critici d’arte, primo fra tutti Vittorio Sgarbi”.
“La rassegna mi è parsa davvero molto bella e ottimamente allestita – ha chiosato la sorella di Giovanni, Cecilia Berti -; sono stata colpita soprattutto dal calore percepibile alla Soffitta dove, tra bozzetti, foto e lettere del babbo, è venuto fuori il suo grande cuore. Ora spero, come ha suggerito il professor Domenico Viggiano, curatore dell’evento, che si possano portare delle opere pure in altre località per far riscoprire anche fuori dalla nostra zona la figura di mio padre”.
In concomitanza con la mostra si sono tenute anche delle iniziative per evidenziare l’impegno che l’Associazione e la Fondazione intitolate ad Antonio Berti stanno mettendo per portare a termine il restauro dello studio dell’artista che è a pochi metri dal centro espositivo di via Bernini.
“Una delle finalità dell’evento – ha aggiunto Giovanni Berti – era proprio quella di suscitare l’interesse di persone, enti e istituzioni nei confronti di questa impresa, cioè rimettere a posto lo studio dove il babbo ha creato tutte le sue opere più note. L’obiettivo è renderlo fruibile alle visite guidate di appassionati e scolaresche affinché possa diventare un punto di riferimento soprattutto per la didattica. E credo, vedendo la straordinaria partecipazione di pubblico all’apericena di raccolta fondi del 14 maggio, che questo interesse sia stato suscitato. Complessivamente, insomma, noi come famiglia siamo pienamente soddisfatti”.
L’ultimo giorno utile per visitare la mostra è martedì 31 maggio.
La Soffitta Spazio per le Arti