Sacchetti per alimenti sfusi, la posizione di Unicoop Firenze

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Coop di Piazza Vittorio Veneto
TuttoSesto

Dal 1 gennaio 2018 sacchetti bio a 1 centesimo per i prodotti sfusi dell’ortofrutta, i prodotti serviti al banco carne e al banco pesce e per le richieste di soci e clienti in cassa.
Questo il prezzo fissato da Unicoop Firenze che, di fronte al nuovo obbligo di legge, ha deciso di applicare ai sacchetti cifra più bassa possibile, che copre solo una parte del costo effettivo, per ridurre al minimo il disagio di soci e clienti, spingendo così anche catene concorrenti a praticare lo stesso prezzo.
I sacchetti per i reparti freschi non sono in realtà una novità per Unicoop Firenze che già da maggio 2017, ha provveduto alla completa eliminazione delle buste tradizionali e all’introduzione del Mater Bi di ultima generazione anche nei reparti sfusi: in anticipo rispetto agli obblighi di legge e facendosi carico dell’intero costo, la Cooperativa ha infatti introdotto i sacchi leggeri e ultraleggeri utilizzati per il trasporto di merci e prodotti di gastronomia, macelleria, pescheria, ortofrutta e panetteria, biodegradabili e compostabili, con un contenuto minimo di materia prima rinnovabile di almeno il 40%.

La legge
La legge entrata in vigore dal 1° gennaio del 2018 è l’articolo 9-bis della legge di conversione n. 123 del 3 agosto 2017 (il Decreto Legge Mezzogiorno) che stabilisce che «le borse di plastica non possono essere distribuite a titolo gratuito e a tal fine il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino o fattura d’acquisto delle merci o dei prodotti trasportati per il loro tramite». Per gli esercizi commerciali che non applicheranno la nuova norma sono previste multe che vanno da 2.500 a 25.000 euro. Ma le sanzioni possono arrivare anche fino a 100.000 euro in caso di «ingenti quantitativi» di buste fuorilegge.
Di fronte alle richieste di soci e consumatori di portare da casa o riutilizzare buste proprie per i prodotti freschi, è di nuovo la legge a dare risposta: con una circolare il ministero dell’Ambiente ha già fatto sapere che, per motivi igienici, i sacchetti non potranno essere portati da casa o riutilizzati. Naturalmente è prevista la possibilità alla cassa di togliere il centesimo se il prodotto non è imbustato.

Per i consumatori
L’Osservatorio di Assobioplastiche, che ha svolto una prima ricognizione di mercato della grande distribuzione relativamente al prezzo dei sacchetti biodegradabili e compostabili, stima che il consumo di sacchi per ortofrutta e per il cosiddetto secondo imballo (quello dei prodotti che prima vengono incartati, come carne, pesce, gastronomia, panetteria) si aggiri complessivamente tra i 9 e i 10 miliardi di unità, per un consumo medio di ogni cittadino di 150 sacchi all’anno. Secondo i dati dell’analisi Gfk-Eurisko presentati nel 2017 le famiglie italiane effettuano in media 139 spese all’anno nella Grande distribuzione. Ipotizzando che ogni spesa comporti l’utilizzo di tre sacchetti per frutta/verdura, il consumo annuo per famiglia dovrebbe attestarsi a 417 sacchetti, che al costo un centesimo applicato dalla Cooperativa, si traducono in 4,17 Euro l’anno.

L’impegno di Unicoop Firenze
Quello che per molti è una novità di oggi, per Unicoop Firenze è una scelta che risale addirittura al 2009, quando Unicoop Firenze ha scelto i sacchetti biodegradabili al posto degli shopper tradizionali alle casse. Una decisione che, in termini ambientali, in otto anni ha prodotto numeri di successo. Oggi il 70% dei clienti Unicoop Firenze ha imparato a usare borse riutilizzabili. Inoltre, dal 2009, la Cooperativa ha di fatto prodotto e fatto produrre 4900 tonnellate in meno di rifiuti di plastica e ha emesso nell’ambiente 3000 tonnellate di anidride carbonica in meno rispetto a quanto sarebbe successo in assenza di queste scelte ecosostenibili. L’introduzione del Mater-Bi per l’ortofrutta invece è cominciata nel 2012 con la sperimentazione in alcuni punti vendita e dal 2014 hanno i sacchetti compostabili tutti i punti vendita di Unicoop Firenze.

Unicoop Firenze

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