29 settembre 1907 – La Casa del Popolo di Sesto Fiorentino

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Sesto com'era

Sesto giorno per giorno la rubrica curata da Daniele Niccoli, autore del libro Sesto una bella storia e Sesto Fiorentino, i giorni della nostra storia

Un aiuto per conoscere la nostra semenza e per intuire il nostro futuro.

La casa sul confine dei ricordi,
la stessa sempre, come tu la sai
e tu ricerchi là le tue radici
se vuoi capire l’anima che hai (Francesco Guccini)

Sesto giorno per giorno

29 settembre 1907 – La Casa del Popolo di Sesto Fiorentino

A circa quindici anni dalle prime esperienze cooperativistiche toscane, il 1° novembre 1891, grazie all’impegno di 35 soci promotori, anche il capoluogo di Sesto ebbe finalmente la sua cooperativa. L’atto costitutivo della Società Cooperativa di Consumo di Sesto Fiorentino fu firmato davanti al notaio Camillo Dami di Prato. Certamente non un caso visto che il movimento pratese era oggettivamente il più organizzato della provincia. Nei primi anni di vita della cooperativa furono i repubblicani della Fratellaza Artigiana ad avere la maggioranza nel consiglio di amministrazione e persona di spicco fu senz’altro Egisto Fantechi. Sul finire del secolo furono invece i socialisti a conquistare la maggioranza e, grazie anche alle loro vittorie elettorali, il numero dei soci aumentò in maniera significativa, tanto da condurre alla decisione di costruire un grande edificio sociale all’angolo fra piazza del Municipio e via Cavallotti. Il palazzo fu inaugurato il 29 settembre 1907, costò più di mezzo milione di lire e, per oltre trent’anni, fu il simbolo delle conquiste sociali delle classi più deboli. L’edificio era sviluppato su tre piani con destinazioni d’uso diverse.

 

attiguo al magazzino havvi l’ingresso per accedere al 1° e 2° piano

 

Il piano terra ospitava il negozio per la vendita dei prodotti alimentari, il forno, la macelleria e la cooperativa dei cacciatori; il primo piano era occupato dalle stanze della direzione, dell’amministrazione e dal grande salone dedicato alle riunioni e alle feste sociali; il secondo fu destinato agli alloggi dei custodi. Così salutò la realizzazione della Casa del Popolo l’avvocato socialista Carlo Corsi:

 

o forte terra, ai palpiti possenti
il fior dell’ideale non vive invano:
tu bella sei negli alti sogni ardenti,
e nelle lotte del lavoro umano.
Volgono gli anni fecondi alla tua gloria,

e alla bellezza che incatena i cuori:

e innalza le sue insegne di vittoria
la falange dei tuoi lavoratori
e ai nuovi sogni, o giovani animosi,
di questa festa allo splendor giocondo
;
su o giovani fanciulle dagli occhi luminosi!
plaudite agli inni della nuova età,
che corre lieta ad abbracciare il mondo,
ai canti della nuova umanità

 

Con l’inaugurazione della nuova sede la denominazione della società cambio in Casa del Popolo di Sesto Fiorentino.

Fu proprio in società cooperative come questa che gli operai sperimentarono le capacità amministrative e direttive che portarono alla formazione di quadri dirigenti in grado di guidare l’amministrazione comunale. Fra tutti spicca la figura di Fortunato Bietoletti, operaio formatore della Ginori, Presidente della società dal 1899 al 1925, ma anche sindaco dal 1906 al 1919.

I guai per la Casa del Popolo iniziarono alla fine del biennio rosso. L’11 ottobre 1922 un gruppo di squadristi fascisti capitanati da Ugo Vannini si recò a una seduta del consiglio di amministrazione della Cooperativa, intimando lo sfratto della Camera del lavoro. a questo evento seguirono altre intimidazioni e ricatti che portarono infine alle dimissioni di Torqauto Pillori dalla carica di presidente della cooperativa. il Consiglio di amministrazione fu sostituito da un altro imposto dal regime. la gestione fascista condusse la cooperativa a un grave indebitamento, tanto che all’inizio degli anni ’40 si dovette procedere alla vendita degli immobili. lo stabile di piazza Ginori (attuale libreria rinascita) fu venduto al farmacista Roberto Ragionieri mentre la sede di via Cavallotti fu acquistata dall’attore sestese Fosco Giachetti.

Daniele Niccoli

 

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