Modifiche allo statuto degli aeroporti toscani, PRC: “Sarebbe una resa al privato con conseguenze inquietanti”

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Finale di partita per l’interesse generale sulla vicenda degli aeroporti di Pisa e Firenze. Con un colpo di mano infatti la dirigenza della società – privatizzata – proprietaria degli scali propone una modifica allo statuto della stessa che porterebbe ad un ulteriore ridimensionamento nel cda della parte pubblica e con ogni probabilità – anche se l’interpretazione degli atti successivi del decreto Madia in merito sono oggetto di approfondimento – alla dismissione della partecipazione della Regione Toscana alla società. Se non fosse per la richiesta – obbligatoria – di parere alla commissione competente del Consiglio Regionale, tutto questo sarebbe passato sotto silenzio, con la Giunta Toscana silente e consenziente nonostante le reiterate dichiarazioni (scritte in atti e ribadite) di considerare tale partecipazione come strategica.

E infatti lo è e dovrebbe continuare ad esserlo. Nulla infatti dopo potrebbe sapere la Regione di quanto avviene da qui in avanti sulla sorte dei due aeroporti toscani, nulla si potrebbe conoscere – se non a cose fatte – su vicende come l’esternalizzazione di servizi e di lavoratori (come avvenuto nelle scorse settimane). Per questo chiediamo che la Giunta Regionale cambi rotta e compia ogni azione per permanere nel capitale sociale di Toscana Aeroporti e nel CDA. La speranza è sempre l ultima a morire.

Ma in questa modifica statutaria proposta c’è di più e di peggio. A quanto è dato interpretare una delle modifiche introduce la possibilità, si legge, di poter fare “qualsivoglia lavoro o opera correlata all’oggetto sociale” e “qualsivoglia operazione connessa o collegata” a questa finalità, incluso lo “sviluppo delle attività, dei servizi e delle infrastrutture”. Oltre alle conseguenze già dette ci pare infatti che una indicazione statutaria di questo tipo apra la porta ad una discrezionalità totale da parte del privato proprietario: c’è chi paventa la possibilità di occuparsi di ristorazione, alberghi, ecc. A noi pare peggio, cioè di compiere tutte quelle operazioni che possano spingere a “anestetizzare” la programmazione pubblica anche in tema urbanistico (si pensi alla partita, già tentata, di “prendersi” o quasi tutta l’area di Castello) oppure operazioni anche magari temerarie sul mercato finanziario. Insomma non solo privatizzare gli aeroporti della toscana, non solo “far fuori” i soci pubblici – o parte di essi – anche dalla possibilità del controllo, ma addirittura farsi società “ordinatrice” delle scelte riguardanti il futuro (non solo legato direttamente alla questione aeroportuale, ma sfruttando questa) di un pezzo importante di Toscana, di Pisa e di Firenze. A completa discrezione dei privati proprietari. Una sorta di nuovo Principe che tutto può e nessuno può fermare o controllare. Insomma una resa completa al privato interesse. Compieremo ogni sforzo e azione perché questo non si realizzi, fidando anche in analogo impegno di sindaci, istituzioni, forze politiche, che si sono dichiarate contrarie. Se non ora, quando?“.

Partito della Rifondazione Comunista – Toscana

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