L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) “ha bisogno di avere maggiori risorse umane, e maggiore formazione”. Lo ha detto Enrica Giorgetti, direttore generale di Farmindustria, a margine delle celebrazioni per i 140 anni di Eli Lilly Italia. “C’è bisogno di un nuovo approccio alle politiche del farmaco e di certezza delle regole” con “una prospettiva di 3-5 anni in modo che le aziende si possano organizzare”. La farmaceutica in Italia – sostiene Giorgetti, “è il settore più regolamentato, e noi vogliamo regole sia finanziarie che di sicurezza e per l’autorizzazione dei farmaci, però queste regole nel nostro Paese sono sempre state cambiate molto spesso negli ultimi anni: quando c’era bisogno di fare cassa, essendo l’unica voce di spesa della sanità ben identificabile, per ottenere risparmi si tagliava il tetto”. La certezza delle regole “serve all’Italiaperché non è solo un mercato, ma un Paese produttore quasi al livello della Germania. Stiamo diventando l’hub produttivo e di ricerca più importante in Europa. Le sperimentazioni cliniche sono in aumento negli ultimi anni grazie all’ottima valutazione delle nostre strutture pubbliche, università e centri di ricerca, da parete degli osservatori internazionali”.
“La ragione per cui il sistema italiano” dei trial clinici sui farmaci “è così lento e va cambiato è dovuta al fatto che l’Italia è frammentata nel decision making: ogni provincia o regione ha un suo comitato etico che andrebbe centralizzato per facilitare le cose”. Lo ha affermato Eric Baclet, presidente e amministratore delegato di Lilly Italia, “Nonostante le difficoltà riusciamo a condurre diversi trial clinici, e il 7% dei test in Italia viene effettuato su molecole Lilly. L’attuale governo sembra aver capito l’importanza di questa industria, dal punto di vista economico e anche sociale. E’ importante per ogni azienda farmaceutica che si trovi a operare in Italia percepire che l’ecosistema intorno a lei funzioni e conduca alla sostenibilità industriale. Per un’industria come la nostra, che si occupa di bisogni primari, l’ecosistema è fatto da un sistema di tutela dei brevetti che regga, da un sistema di prezzi che riconosca il valore di ricerca e innovazione, e da percorsi normativi snelli”. Nel sito di Sesto Fiorentino “si produce il 50% dell’insulina di Lilly nel mondo. Quando abbiamo fatto la scelta dell’Italia è stata una scelta molto significativa, e con buona ragione, per livelli di educazione e qualità del lavoro, ma per continuare in futuro a scegliere Italia anziché Francia, Germania, Spagna, Regno Unito, l’Italia deve rendere facile quella scelta”.
il Sindaco Dario Nardella ha spiegato che la Città Metropolitana di Firenze ha attivato una task force per sostenere le grandi aziende nel rapporto con il territorio, per trovare soluzioni a problemi che emergono nella conduzione delle attività, compresi quelli amministrativi. Il rapporto tra Firenze e la Eli Lilly è un esempio di come si possono moltiplicare le energie per lo sviluppo e per la crescita occupazionale. “Leviamo di mezzo il tabù che non si può mai lavorare con il mondo del privato e le grandi multinazionali. Abbiamo dato vita a un ecosistema composto da istituzioni, università e centri di ricerca, un bacino da cui attingere le risorse professionali e creare posti di lavoro. Abbiamo creato le condizioni di espansione di questa presenza”. Il riferimento è all’intesa per l’espansione di Eli Lilly nell’area di Metrocittà occupata dal liceo scientifico Enriques Agnoletti che verrà trasferito nel Polo scientifico. Sulla base di una lettera di intenti siglata da Città Metropolitana, Comune di Sesto Fiorentino, Regione Toscana e Università degli Studi di Firenze, l’operazione dovrebbe andare in porto entro tre anni, non appena vi sarà la Vas. “Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano”.
“Grazie per ciò che avete fatto per migliorare la salute dei cittadini e qui in Toscana per il lavoro. Siete un punto di riferimento importante per il rigore e l’approccio che avete, per l’attenzione alle pari opportunità. Siamo orgogliosi che si produca qui il 50% dell’insulina prodotta dal vostro gruppo. Ciò si deve soprattutto a voi ma anche al lavoro fatto dalle nostre università se è vero, come ha detto il vostro amministratore delegato che la qualità del capitale umano è tre volte importante”. È con queste parole che il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha salutato i 140 anni dell’industria farmaceutica Eli Lilly, celebrati nell’auditorium dello stabilimento di Sesto Fiorentino. Nel corso del suo intervento Rossi ha richiamato i meriti del Servizio sanitario nazionale, una delle migliori infrastrutture civili che sono state realizzate che ci colloca all’avanguardia, con una spesa ridotta rispetto a quella di altri Paesi come la stessa Germania. Ha poi aggiunto che le aziende farmaceutiche trattano una “merce” delicata che deve essere usata con appropriatezza e fornita con capacità di cura. “Manteniamo il Sistema sanitario nazionale – ha concluso Rossi – mettendoci più risorse economiche attraverso una maggiore appropriatezza perché si possono ottenere molti risparmi, non soltanto sulla farmaceutica, ma nell’intero settore. Il miglioramento qualitativo dell’assistenza al paziente significa risparmio. Quando un sistema è evoluto produce risparmi”.
ANSA