Intervistato da la Repubblica, Roberto Giachetti, ha parlato anche della sua candidatura tra le fila del Partito Democratico alla Camera nel collegio uninominale comprendente Sesto Fiorentino:
Sui social la dipingono come un gran furbone.
“Ho letto i commenti, mi addolorano. Per fortuna c’è un sacco di gente che crede anche alla mia buonafede“.
Venerdì su Facebook lei aveva annunciato la candidatura nel collegio Roma 10 e soprattutto la rinuncia al paracadute nel proporzionale (LEGGI QUI). Invece poi è finito nel fortino blindato di Sesto Fiorentino. È stata una mossa da poker?
“Tre ore dopo quel post ho scoperto che il collegio Roma 10, dove vivo da 50 anni, a cui pensavo di essere destinato, era stato assegnato al segretario dei Radicali italiani, Riccardo Magi“.
Ecco, è credibile che lei non lo sapesse?
“Giuro, nessuno mi aveva avvertito. Ora Roma 10 è un collegio dove siamo sotto di sei-sette punti, quindi difficile ma contendibile: ma è difficilissimo per chi non ha una storia lì. Era una sfida che volevo vincere, perciò ho chiesto a Renzi di spostare Magi. Ma i Radicali si sono opposti, dicendo che a quel punto loro facevano saltare l’accordo col Pd“.
E lei si è ritrovato piazzato in un feudo sicuro del renzismo.
“Un collegio non è mai un paracadute. Bisogna conquistare i voti. Anche a Sesto Fiorentino la partita non è vinta. L’anno scorso abbiamo perso il Comune di Sesto: ha vinto una civica, che poi è confluita in Leu, i quali sono forti in quella zona. Sarà dura“.