Nessuna novità. Il caso degli otto dissidenti del Pd firmatari, a luglio, della mozione di sfiducia contro l’ex sindaco di Sesto Fiorentino Sara Biagiotti si è risolto senza sorprese e cioè con la loro espulsione dal partito. La sentenza della commissione di garanzia del Pd, presieduta da Giancarlo Bracaglia, è arrivata nella mattinata di mercoledì 16 settembre. Tre i voti favorevoli all’espulsione, due quelli contrari, a testimonianza di quanto anche l’organismo dem sia diviso al suo interno. “Cronaca di una morte annunciata”, verrebbe da dire.
Gli ex consiglieri comunali – Diana Kapo, Giulio Mariani, Gabriella Bruschi, Maurizio Ulivo Soldi, Antonio Sacconi, Andrea Guarducci e Aurelio Stera – hanno voluto esprimere nuovamente il loro punto di vista durante una conferenza stampa tenutasi giovedì 17 settembre al circolo Arci La Costituzione di Sesto Fiorentino. Assente solo Laura Busato per motivi lavorativi. Presente, ma solo come spettatrice, l’ex segretario comunale Camilla Sanquerin.
“Abbiamo appreso dell’espulsione con una mail. Ci sono grande delusione e amarezza per l’esito di questa vicenda – ha detto Giulio Mariani -. Faremo ricorso perché questa scelta non ci sembra giusta e poi perché questo caso doveva avere motivi di merito, invece i motivi sono stati esclusivamente politici. Noi non abbiamo infranto nessuna norma dello statuto del Pd. Questa amarezza viene da gran parte degli iscritti al Pd. Se si pensa di risolvere la questione del Pd di Sesto con una purga, si continua a non dare risposte ai cittadini. La vicenda è stata tra renziani e non renziani, non si è guardato al bene della città. Ci impegniamo affinché l’anno prossimo ci sia un sindaco capace di governare la città. Continuiamo ad interessarci alle istanze che ci presentano i cittadini di Sesto. Adesso non pensiamo se andare, in futuro, in un altro partito o in una lista civica. Non abbiamo ancora presentato il ricorso, abbiamo trenta giorni di tempo. Biagiotti ha detto che vuole ricandidarsi a sindaco di Sesto? Se il Pd vuole perdere, sa come fare. Fare una nostra lista? Vediamo se nel Pd si possono esprimere delle opinioni diverse rispetto alla linea. Ricostruire il Pd a Sesto? Faccio i migliori auguri al commissario Becattini“.
“Camilla Sanquerin, l’ex segretario comunale e quindi una persona che conosceva bene questa situazione, non è stata nemmeno ascoltata dalla commissione di garanzia – le parole di Diana Kapo -. Il fatto che la commissione abbia ascoltato solo gli otto ex consiglieri e l’ex sindaco Biagiotti è discutibile. Sarebbe stato utile ascoltare Sanquerin per completezza d’informazione, ma evidentemente non era necessario“.
“Qualche giorno fa il Pd ci ha mandato una mail in cui ci informava del rigetto della richiesta di deferimento nei confronti di Sara Biagiotti (LEGGI QUI), ma non ci ha comunicato i motivi – ha detto Antonio Sacconi -. Sapevamo dell’espulsione con tre voti a due già dal 3 agosto, il leader metropolitano Incatasciato ci aveva chiesto già allora di uscire dal partito per non mettere in imbarazzo la commissione. Il Pd è cambiato geneticamente. Restano dentro al partito solo coloro che si adeguano alla sua linea“.
“Nella sentenza – ha aggiunto Andrea Guarducci – c’è scritto che abbiamo rigettato i tentativi di pacificazione di Becattini e Incatasciato. Di tentativi, però, ce n’è stato solo uno, a cui abbiamo detto ‘siamo disponibili’. Il giorno del consiglio comunale (21 luglio, ndr), chiedemmo al Pd di fare altri tentativi di pacificazione, ma non ci sono mai stati“.
“Con questo atto, se qualcuno pensa che noi smetteremo di fare politica a Sesto, ha sbagliato – ha detto Maurizio Ulivo Soldi -. La politica è lo strumento con il quale si governa la città. Crediamo in quello che abbiamo fatto. Lo spostamento a destra del Pd, a livello nazionale e locale, ci preoccupa. La frattura è evidente, ma è solo politica, non ci sono attriti personali“.
“Si gioca con i sentimenti delle persone, è gravissimo – ha detto Aurelio Stera -. Mi aspettavo di essere espulso, abbiamo fatto un gesto grave, ma restiamo convinti delle nostre ragioni. In cuor mio speravo che questo non succedesse per il bene di Sesto. Quando ho saputo dell’espulsione mi sono sentito come violentato. Sono arrabbiatissimo. Un partito che fa una violenza del genere non è democratico“.
“La prima cosa che mi è stata chiesta è perché non avessi presentato le dimissioni visto che ero presidente del consiglio comunale – ha dichiarato Gabriella Bruschi -. Un presidente del consiglio deve separare il livello istituzionale da quello politico. La mia prerogativa era quella di consigliere. Avevo tutti i diritti di firmare e votare la mozione di sfiducia. Non è stata una scelta a cuor leggero, ma ponderata con gli altri consiglieri perché la mia presenza era pesante. Mi era stato chiesto di spostare il consiglio comunale del 21 luglio, ma una cosa del genere si fa quando ci sono motivi veri e propri, non in presenza di una lettera letta da Sara Biagiotti in piazza IV Novembre il giorno prima del consiglio. Biagiotti ha solo letto una lettera dopo che non aveva detto una parola in tre ore di discussione pubblica. Ricostruire il Pd vuol dire mettersi in gioco tutti e ripartire da zero con tutte le forze. Si vuole rottamare il vecchio? Abbiamo invece rottamato i giovani che non hanno nemmeno conosciuto i partiti della Prima Repubblica”.
Qui sotto, due video:
Diana Kapo: “La Commissione di Garanzia del Pd non ha voluto ascoltare le ragioni dell’ex segretario comunale Camilla Sanquerin”.
Aurelio Stera: “Quando ho saputo dell’espulsione, mi sono sentito come violentato”
VIDEO: il servizio di Sesto Tv sulla conferenza degli ex consiglieri espulsi dal Pd
STEFANO NICCOLI