«Sblocchiamo tutto». Il Pd – scrive la Repubblica Firenze – convoca un vertice d’urgenza sulle opere che non decollano. E alle 20 della sera tutti nell’ufficio del governatore Enrico Rossi in piazza Duomo: segretario toscano Dario Parrini, vice Antonio Mazzeo, il dirigente Stefano Bruzzesi e il sindaco di Firenze Dario Nardella. Ora che il Tar, dopo l’aeroporto e la gara del trasporto pubblico ha ‘bacchettato’ anche l’inceneritore, in poco più mezz’ora si decide la linea: «Avanti tutta su tutto».
Avanti sull’inceneritore, senza più indugi. Avanti sulla gara, sull’aeroporto e anche sulla Tav. Il summit Pd-istituzionale parla di tutto e decide che tutto deve andare avanti: da troppo tempo i ritardi su accumulano sui ritardi. E questo non è il momento di ritardare ancora: «Procediamo». Come, si vedrà. Ma il Pd decide di non lasciare nessuna opera indietro. Neppure la Tav.
E dire che tutto a volte appare come un lungo intreccio. Si comincia dalla Via dell’aeroporto, si finisce con lo stadio alla Mercafir. È come una reazione a catena, un effetto domino: nel Grande Immobile fiorentino le singole tessere compongono un blocco dove tutto si tiene. Ogni tessera è in grado di far cadere quella successiva, solo che alla fine niente si muove. Almeno fino a che la tessera numero uno non cade. Perché se arriva la Via, si azzera il progetto Castello, il gruppo Unipol dovrà chiedere di rivedere tutto, Palazzo Vecchio potrà ottenere il via libera per il trasferimento del mercato ortofrutticolo e, come anello finale della reazione a catena lineare, la Fiorentina potrà avere la disponibilità dell’area Mercafir.
Quando arriverà la Valutazione d’impatto ambientale per l’aeroporto, assumendo che sia positiva, il gruppo Unipol avrà la certezza che il progetto Castello a quel punto sarà un mucchio di carta straccia o quasi: gli espropri e i vincoli aeroportuali renderanno di fatto inefficace il Pue, cioè il Piano urbanistico esecutivo con tutti i permessi a costruire già pronti (anche se non finora ritirati). E Palazzo Vecchio potrà avere a quel punto la risposta che sta attendendo da mesi: l’ok su 15 ettari di terreni dove poter trasferire i grossisti della Mercafir, che hanno già fatto sapere con le buone e con le cattive — con le carte bollate — di non voler trasferirsi all’Osmannoro. Cioè nell’area selezionata per loro dal Comune, che non a caso ha capito che l’ipotesi Osmannoro è un vicolo cieco e di conseguenza ha rallentato e ormai parcheggiato la variante urbanistica. Solo allora il sindaco Dario Nardella potrà incontrare i grossisti del mercato per annunciare la buona novella. E subito dopo comunicare alla Fiorentina, pronta a presentare il progetto dello stadio il prossimo 10 dicembre, che la strada della Mercafir è finalmente libera. Almeno in teoria, perché realizzare un nuovo mercato e trasferirci le attività all’ingrosso non potrà essere questione di mesi.