Uniti per il no. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega Nord continuano la battaglia contro la realizzazione della moschea in via Pasolini a Sesto Fiorentino. Il problema, sostengono le tre forze di destra, è di duplice natura. Prima di tutto urbanistico perché la zona sud della città rischierebbe di diventare un “ghetto”. In secondo luogo politico perché né il Consiglio comunale né i cittadini sono stati informati di questo progetto. Soprattutto per quest’ultimo motivo chiedono l’indizione di un referendum per dar voce ai sestesi. Per la consultazione referendaria sono necessarie almeno duemilacinquecento firme e l’approvazione dei due terzi del Consiglio. Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega Nord sanno che sono obiettivi difficili da raggiungere, ma non demordono.
“Siamo venuti a sapere della moschea attraverso una soffiata sui media – dice Maria Tauriello, capogruppo di Forza Italia a Sesto Fiorentino -. Il vero problema è politico, non religioso perché è mancato il percorso di condivisione con la città e il Consiglio. Abbiamo presentato una mozione, che probabilmente sarà discussa in Consiglio il 20 febbraio, per chiedere al sindaco l’organizzazione di un’assemblea pubblica per capire i contenuti del protocollo d’intesa alla presenza dei quattro attori che l’hanno firmato (Comune, Università di Firenze,m Arcidiocesi di Firenze, Associazione per la Moschea, ndr). I cittadini hanno bisogno di capire, fare domande e ricevere risposte. E’ necessario un referendum per capire quanto timore possono avere della moschea, non si conosce nulla di questo progetto. La moschea è un luogo dove si fa politica, non è solo un luogo religioso. La parte che sta a sud della ferrovia è scollegata col resto della città. In quella zona sarà costruito di tutto e di più. Verrà fuori un ghetto. La politica deve imporre a tutti l’osservanza dei principi della democrazia occidentale. Il 12 febbraio Magdi Cristiano Allam presenterà il suo ultimo libro e dirà cosa gira intorno alla realizzazione di una moschea. L’orario sarà probabilmente le 21, saremo più precisi sul luogo“.
“La moschea di Sesto sarebbe l’unica in un’area vasta che non comprende solo la piana di Firenze. Avremmo un’affluenza impattannte di fedeli musulmani con la nostra cittadinanza, soprattutto il venerdì – aggiunge – Romeo Rosano, responsabile comunale di Fratelli d’Italia -. Ci sono inanzitutto problemi di sicurezza. E poi Sesto non può diventare la discarica di Firenze. Si creerà un ghetto di cui ne possiamo fare a meno. Perché il Comune, nella persona del sindaco, ha fatto un passo del genere? Ci sono altri problemi ignorati in un anno e mezzo di mandato. Una parvenza di soluzione a questi problemi non c’è, ma ci si preoccupa di realizzare una moschea. Sinistra Italiana vuole dimostrare di essere più democratica del Pd? Bah, questa guerra intestina ci ha stancato. Vogliamo che il sindaco si occupi dei problemi dei cittadini, piuttosto che far fare una moschea. Inoltre, da cattolico, mi rifiuto di pensare che venga edificata una moschea, quando nei territori musulmani vengono bruciate le chiese cattoliche e perseguiti i cristiani. Alcune decisioni devono essere prese con la cittadinanza. Il Comune non è casa loro, ma di tutta la cittadinanza. Il sindaco non è il ras, sta dimostrando di non tenere conto delle opinioni della cittadinanza. Pensiamo, inoltre, che sia stata fatta esclusivamente un’operazione di business. Si vende un terreno a 750mila euro per poi comprare a poche centinaia di metri di distanza un’altra particella di terreno a 200mila euro. Guadagno netto: 500mila euro. In quell’area era prevista la realizzazione di strutture a carattere religioso, ci immaginavamo che venissero costruite strutture di accoglienza o una chiesa visto che il terreno è di proprietà dell’Arcidiocesi. Invece si vende questo terreno per far costruire una moschea per poi, a duecento metri di distanza, comprare un pezzettino di terreno accanto ad una cappella già esistente per poi costruirci la chiesa. Peccato che l’Università abbia al suo interno una marea di studenti che si stanno impegnando per evitare la realizzazione della moschea. Dovremo chiedere molte cose al cardinal Betori. Se vogliamo che questo territorio sia islamizzato, questa è la strada giusta“.
“La politica è fatta di priorità e la moschea non lo è, nè per i cittadini, né per i musulmani con i quali parlo spesso. Lo è per i politici del Pd, di Sinistra Italia e per l’imam di Firenze – dice Leonardo Battistini della Lega Nord -. Chiediamo ai sestesi se è giusto o no realizzare la moschea. Siamo in democrazia, diamo loro la parola. Non sarà facile raccogliere 2.500 firme per il referendum, ma ci proviamo“.
“Il sindaco Falchi ha perso un’occasione perché su un argomento così impattante sul piano sociale e urbanistico, un referendum consultivo lo avrebbe potuto indire anche lui – dichiara Marco Allegrozzi, coordinatore comunale a Sesto Fiorentino per Forza Italia -. Abbiamo contattato diversi professionisti per raccogliere le duemilacinquecentro firme e formulare il quesito referendario. Il coordinamento provinciale di Forza Italia ci sostiene, andiamo avanti in collaborazione con le altre forze del centrodestra. I tempi del referendum? Sono lunghi, vorremmo farlo entro l’estate. Se dovessimo raccogliere duemilacinquecento firme, il Consiglio comunale ne dovrebbe tenere conto“.
“I tre partiti di centrodestra sono uniti in questa battaglia. Non faremo comitati. Sarà una battaglia politica, i nostri simboli saranno alla base di essa. Vogliamo conoscere la posizione dei cittadini sestesi in riferimento ad un progetto preoccupante su tanti profili, compreso quello urbanistico“, le parole di Paolo Gandola, vice coordinatore provinciale della piana per Forza Italia.
“Il problema non sta solo nella scelta, ma anche nel metodo. Il progetto è rimasto segreto e poi i cittadini ne sono venuti a conoscenza a giochi già fatti – conclude Claudio Gemelli di Fratelli d’Italia -. I cittadini sono gli assenti di questa vicenda. Nel programma elettorale di Lorenzo Falchi non c’era realizzazione di un luogo di culto. I sestesi hanno scelto a scatola chiusa. Stiamo studiano un referendum che possa dar voce ai cittadini. Non è solo una questione ideologica. Vogliamo che ci siano garanzie di sicurezza, sapere da chi viene finanziata la moschea e chi la frequenta per evitare radicalizzazioni islamiche. L’imam di Firenze dovrebbe, inoltre, tenere sermoni in lingua italiana. Nella zona della moschea, Sesto assomiglierebbe al suq delle città orientali“.
STEFANO NICCOLI