Mamme No Inceneritore: ” Gli atti amministrativi non sono intangibili”

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Nessuno se lo aspettava, ma certamente le Mamme No Inceneritore non mollano. Dopo le tante dichiarazioni uscite sui mezzi di comunicazione, con due diversi comunicati ribadiscono il loro “si può tornare indietro”.

Di seguito il secondo comunicato:

Lo schieramento istituzionale e politico dei “Si Inceneritore” sta tentando di accreditare la tesi secondo la quale la realizzazione dell’impianto non sarebbe più evitabile. Tanto affermano motivando che i provvedimenti Amministrativi sono già stati presi lasciando intendere che la decisione non sarebbe più revocabile. Questa affermazione non ha alcun fondamento, basare su questo la propria campagna elettorale, significa sottrarsi alla propria responsabilità politica ed indica la debolezza degli argomenti “pro-inceneritore”.

In realtà la legge prevede che tutti gli atti amministrativi e, tra essi, anche quelli che hanno autorizzato l’inceneritore NON sono intangibili e, per più motivi, possono diventare inefficaci.

Infatti l’amministrazione, se rileva errori, può essa stessa ANNULLARE i provvedimenti , essendo interesse pubblico che gli atti siano conformi alla legge e ai valori che essa tutela. Il procedimento delle autorizzazioni all’inceneritore è costellato di gravi illegittimità di cui le amministrazioni dovrebbero prendere atto. Comprendiamo l’imbarazzo; potrebbero scegliere tra non avere esaminato le alternative, non avere valutato le emissioni di polveri ultrafini (le più pericolose), avere sottostimato le emissioni dell’impianto in un’area inquinata in modo grave, non avere fatto le compensazioni, non avere fatto la relazione di incidenza sui siti di importanza comunitaria. Tutte previsioni di legge violate .

Se riconoscere errori così gravi è troppo imbarazzante l’amministrazione potrebbe anche rivedere le decisioni già prese. La legge 241/90 consente all’amministrazione una nuova valutazione dell’interesse pubblico originario e, in quella luce, può REVOCARE i provvedimenti che quell’interesse non abbiano considerato. Si tratta, in tal caso, di una decisione politica che va presa nell’interesse del bene comune. In tale caso QtHermo avrebbe diritto ad essere indennizzato dalle spese sostenere fino al momento della revoca del provvedimento. Questa spesa non è, come entità, nemmeno paragonabile al risparmio per l’amministrazione pubblica se si rinunciasse a costruire l’impianto, realizzando una gestione moderna e virtuosa dei rifiuti.

L’importante è che prevalga l’interesse pubblico. Così è stato fatto per l’inceneritore di Selvapiana prima approvato nei piani e poi revocato nella realizzazione. Solo un anno fa. Scelta plausibile anche per l’inceneritore di Firenze essendo radicalmente mutato lo scenario della decisione d’origine presa oltre quindici anni fa .

L’amministrazione avrebbe dunque la possibilità concreta, anche ove ritenesse di aver operato legittimamente, di riconsiderare l’interesse pubblico così decidendo di non realizzare l’impianto. Ma ciò comporterebbe assumersi responsabilità che i “Si inceneritore” non sono evidentemente in grado di affrontare.

 

Mamme No Inceneritore

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