Nessuno se lo aspettava, ma certamente le Mamme No Inceneritore non mollano. Dopo le tante dichiarazioni uscite sui mezzi di comunicazione, con due diversi comunicati ribadiscono il loro “si può tornare indietro”.
Di seguito il primo comunicato seguito da un articolo del Sole 24 Ore:
In questi giorni sulle pagine dei giornali fioccano le interviste a politici e tecnici in conflitto di interesse sulla realizzazione delle 2 grandi opere che coinvolgono Firenze e Comuni limitrofi, in particolare Sesto Fiorentino, dove vi è il forte rischio che vinca il fronte del NO alla realizzazione delle suddette opere.
In particolare su INCENERITORE di Firenze-Sesto Fiorentino le argomentazioni sono le seguenti:
Primo punto: tornare indietro costringerà i cittadini a pagare 20-21 milioni di Euro (ndr Giorgio Moretti, presidente di QThermo e Quadrifoglio, società che dovrebbe realizzare l’opera) per i costi di progettazione sostenuti…Giorni fa il Direttore Generale di Quadrifoglio Livio Giannotti aveva parlato di 10 milioni.
Rifacendosi invece all’esperienza di Pontassieve, dove abita Renzi, in cui si è deciso pochi mesi fa di fermare la ristrutturazione dell’inceneritore di Selvapiana con tutte le consulenze e il cantiere avviato, la cifra da restituire è stata valutata in 3,5 milioni.
Questa potrebbe essere quindi la cifra per il caso dell’inceneritore di Firenze; da notare che i 3,5 milioni di euro sono da ripartirsi sugli oltre 1,5 milioni di cittadini dei comuni di Firenze-Prato-Pistoia, la stima è di 2/4 Euro in più, per utenza, per un solo anno. Senza contare l’enorme risparmio che si avrebbe data l’enorme differenza di costo tra la realizzazione dell’inceneritore (180 milioni di Euro) e la realizzazione del porta a porta con tariffazione puntuale, unito alla conversione, valutata tra 5-10 milioni di Euro, dell’impianto a freddo di trattamento meccanico biologico già esistente.
Secondo punto: non realizzare queste opere farà perdere posti di lavoro. Questa argomentazione sempre poco felice quando si mette sul piatto della bilancia da una parte impatto su territorio e salute e dall’altra il lavoro; in questo caso il confronto non esiste proprio perché lavoro e tutela del territorio e della salute stanno dalla stessa parte. Ormai tantissimi gli studi (come Waste End di Symbola e Kinexia o come lo studio della Harvard Business Review) riportati sui nostri principali quotidiani economici come Il Sole 24 Ore convergono sul fatto che la raccolta Porta a Porta dei rifiuti e l’industria per il trattamento e il riciclo degli scarti per ottenere materie seconde sono tra i settori a maggior crescita economica e che sviluppano maggior numero di posti di lavoro. Gli inceneritori fanno parte di un sistema produttivo inefficiente, per niente flessibile, antieconomico e a scarsa occupazione.
Unico vantaggio economico va a chi investe nell’impianto di incenerimento, ossia Quadrifoglio+Hera grazie alla garanzia di ricavi per lo smaltimento bloccati contrattualmente ( risorse pagate dai Comuni e dai cittadini nella TARI; per inceneritore di Firenze-Sesto Fiorentino valutabili in circa 30 milioni di Euro/anno, con valore di smaltimento previsto a tonnellata tra i più alti di Italia) e agli incentivi sulle energie rinnovabili (gli impianti di incenerimento vengono considerati dalla normativa italiana FONTE RINNOVABILE e quindi godono dei Certificati Verdi pagati in bolletta dell’energia elettrica da tutti i cittadini italiani; per inceneritore di Firenze si valutano circa 8 milioni di Euro).
Quindi agli investitori di quest’opera la paura fa 90! Rischiano di perdere un bel business, il loro business, non quello dei cittadini.
Mamme No Inceneritore