Su Viola Week, inserto settimanale de La Nazione dedicato alla Fiorentina, troviamo un’intervista al presidente del Viola Club Kathmandu, il sestese Marco Banchelli.
La nascita del Club risale al 2005, un periodo di grandi sconvolgimenti in Nepal.
“Dal ’96 era in atto una violenta guerra civile. Voglio pensare che questo lampo di serenità che ho provato a portare sia stato l’auspicio per la fine delle ostilità, terminate un anno dopo. E’ in quelle circostanze che è nato lo striscione ’Anche a Kathmandu, delle guerre un se ne può più’. Il 5 dicembre 2005 è nato il Viola Club più….alto del mondo. Per aderire al club non è necessario essere tifosi viola: i muri, noi, siamo abituati ad abbatterli, nel segno dell’amicizia e del rispetto reciproco“.
Peraltro, dal 2011 il Club ha anche un portabandiera ufficiale.
“Sì, si tratta di Alessio Belli, un ragazzo speciale. Antognoni l’ha ricevuto a Coverciano, nella casa della Nazionale, e gli ha consegnato il nostro striscione che porta sempre con sé allo stadio. In più, Giancarlo è un nostro sostenitore“.
Tra le attività, c’è stato anche il torneo «Amico Francesco» che ha visto coinvolti Fiorentina, Juventus, Bologna e Nepal.
“Quel pallone, nel 2013, ce lo ha regalato la società viola. I partecipanti hanno scelto che maglia indossare: contava il messaggio di pace lanciato dal tetto del mondo“.
Lo scorso anno il Nepal e Kathmandu sono stati colpiti da un violento sisma.
“Non appena riallacciarono i contatti telefonici seguii la linea viola per ricontattare tutti i miei amici. La città ha saputo comunque rialzarsi“.