Sono stati condannati all’ergastolo con sentenza definitiva per le peggiori stragi naziste, ma non hanno fatto un giorno di galera, ne’ in Italia, ne’ in Germania, ne’ in Austria. Si tratta di un drappello nutrito di ex criminali di guerra – 57 gli ergastoli inflitti dal 2003 al 2013, dopo la scoperta dell’Armadio della vergogna e lunghe inchieste, in gran parte coordinate dal procuratore Marco De Paolis – che però, per ragioni anagrafiche, si assottiglia ogni anno di più: ora gli ergastolani sono solo otto, tutti ultranovantenni e tutti a piede libero. Otto ex criminali di guerra condannati per alcune delle stragi più gravi – da Marzabotto a Sant’Anna di Stazzema, a Cefalonia – ma, a seconda dei casi, l’estradizione non e’ stata concessa, ne’ e’ stata ritenuta ammissibile l’esecuzione della pena in Germania. Vediamo chi sono, secondo l’elenco contenuto nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario militare dal pg presso la Corte d’appello, Antonio Sabino. Wilhelm Karl Stark, 96 anni, Alfred Luhmann (92) e Helmut Odenwald (97), tutti ex militari della Wehrmacht, inquadrati nella famigerata Divisione Corazzata ‘Hermann Goering’, sono stati condannati per alcune delle stragi compiute nella primavera del ’44 sull’Appennino tosco-Emiliano. In particolare, l’eccidio compiuto a Monchio e in altre località del modenese, dove furono trucidate circa 150 persone, e la strage di Vallucciole (Arezzo): oltre 100 gli uomini, donne e bambini uccisi per rappresaglia. Odenwald e’ stato ritenuto responsabile anche della strage di Monte Morello in cui persero la vita sette cittadini di Sesto Fiorentino, rastrellati dai nazisti in una chiesa vicina, durante una messa, e poi fucilati. Per i tre ergastolani e’ stata inoltrata la richiesta di esecuzione della pena in Germania, ma non risulta pervenuta risposta. L’ex sergente delle Ss Wilhelm Kusterer, oggi 95enne, e’ stato condannato definitivamente all’ergastolo per le stragi di San Terenzo e Vinca (350 vittime civili, nel territorio di Massa Carrara) e per l’eccidio di Marzabotto: furono 770 le vittime del massacro sull’appennino bolognese compiuto tra il settembre e l’ottobre del ’44, durante la ‘ritirata del terrore’, dalle SS della 16/a Divisione SS ‘Reichsfuhrer’. Nei confronti di Kusterer – l’anno scorso al centro di uno scandalo perche’ insignito di un’onorificenza in Germania per il suo “impegno sociale”, poi ritirata dopo alcuni mesi – era stato emesso il mandato di cattura europeo, ma la procura generale di Karlsruhe aveva rifiutato l’estradizione. E’ stata quindi inoltrata richiesta di esecuzione della pena in Germania, che l’autorità giudiziaria tedesca ha respinto. Gerhard Sommer, 96 anni, e’ l’unico responsabile ancora in vita della Strage di Sant’Anna di Stazzema (Lucca), dove il 12 agosto del 1944 furono ammazzate 564 persone. Anche in questo caso c’e’ una richiesta di esecuzione della pena in Germania. Non risulta ancora una risposta ufficiale, ma l’esito appare scontato, tanto piu’ che nel 2015 la procura di Amburgo ha archiviato il procedimento aperto nei suoi confronti ritenendolo non in grado di affrontare il processo.
Negata l’esecuzione della pena in Germania anche per l’ex sergente Robert Johann Riss, 96 anni, condannato all’ergastolo per la strage del Padule di Fucecchio (Pistoia), dove
nell’agosto ’44 vennero trucidati 184 civili, in gran parte anziani, donne e bambini. Stesso esito per Hermann Langer, 98 anni, responsabile delle circa 60 vittime civili trucidate nel settembre ’44 alla Certosa di Farneta (Lucca). Infine, la strage di Cefalonia. L’ex militare tedesco Alfred Stork, oggi 97enne, e’ stato condannato all’ergastolo per aver partecipato sull’isola greca alla fucilazione di “almeno 117 ufficiali italiani”, nel settembre 1943. L’imputato, che si e’ sempre disinteressato del processo, ha rinunciato all’appello e
la sentenza e’ diventata definitiva nell’ottobre 2014. E’ stato quindi emesso il mandato di arresto europeo ed e’ ancora in corso una corrispondenza con la Germania per la sua esecuzione, ma niente fa pensare che l’esito possa essere diverso dagli altri
casi.
ANSA
I fatti di Cercina:
Il 10 aprile 1944 una vasta azione di rastrellamento interessò la zona di Monte Morello, del Monte Giovi e del monte Falterona. All’operazione parteciparono 450 soldati specializzati alla guerra contro i partigiani, una parte della divisione Goering, cinquanta soldati repubblichini e 755 militi della Guardia Nazionale Repubblicana. L’operazione fu ordinata dal generale Kesserling per stroncare le persistenti azioni partigiane. I soldati della Goering, guidati dal capitano Von Loeben, in seguito ad una delazione, una volta giunti a Cercina, si recarono nell’abitazione del dottor Brunetto Fanelli e lo presero in ostaggio insieme ad altri sei uomini. Renzo Lamporesi, Romolo Lamporesi, Aurelio Bonaiuti, Olimpio Bruschi, Orlando Bruschi, Angelo Covini e Bruno Fanellii furono fucilati quasi subito località il Masseto. Solo cinque giorni dopo l’eccidio, la madre di Renzo Lamporesi rinvenne il corpo del figlio e dei suoi sfortunati compagni malamente sepolti. Il Comitato di Liberazione ritenne responsabile della delazione il pievano di Cercina Don Adolfo Nannini e così il 30 maggio quattro gappisti salirono verso Morello per eseguire la sentenza di morte. Lo stesso 10 aprile il reparto tedesco si rese protagonista dell’uccisione di altri sette uomini in località Cerreto Maggio.
Nel 2009, presso il tribunale di Verona fu istruito un procedimento penale a carico di Erich Koeppe, Helmut Odenwald, Karl Friedrich Mess e Wilhelm Bachle. Il comune di Sesto Fiorentino, la Regione Toscana, la Provincia di Firenze e il comune di Vaglia si costituirono parte civile. Nel 2011 il tribunale emise sentenza di condanna all’ergastolo per Koeppe e Odenwald, riconoscendoli responsabili del reato di concorso in violenza con omicidio contro privati pluriaggravata e continuata. La condanna prevedeva anche il pagamento di una di 50.000 euro al comune di Sesto Fiorentino. Furono invece pronunciati l’assoluzione per Karl Friedrich Mess e il non luogo a procedere, causa decesso, per Wilhelm Bachler. La sentenza del tribunale di Verona fu annullata in secondo grado dalla Seconda Sezione della Corte di Appello del Tribunale di Roma. Dopo l’istanza di ricorso alla Procura militare presentata dal comune di Sesto Fiorentino, nel dicembre 2014 la Prima Sezione della Corte di Appello di Roma ha confermato la sentenza di condanna per Koeppe e Odenwald.