Nella terza serie Rai I Medici sono comparsi anche Giovanni e Giulio, rispettivamente figlio e nipote di Lorenzo il Magnifico. Toccherà a loro costruire un altro pezzo importante della storia della casata fiorentina. Furono infatti entrambi Papi e influenzarono la politica italiana dei primi anni del Cinquecento.
Al solito proviamo a fare un po’ di chiarezza sulle loro vicende sfogliando gli appunti per la stesura di Firenze 365:
Giovanni divenne Papa, con il nome di Leone X, nel 1513 a soli trentasette anni. L’Italia stava per diventare terra di conquista ma il figlio del Magnifico seppe destreggiarsi bene fra le grandi potenze europee e riuscì a mantenere l’indipendenza di Firenze e dello Stato pontificio.
Portò a Roma lo splendore e i fasti delle corti rinascimentali e, sull’esempio dei suoi avi, fu mecenate di grandi artisti, da Raffaello a Michelangelo, da Bramante ad Antonio da Sangallo. Fu però ricordato soprattutto per i suoi comportamenti bizzarri come per esempio l’abitudine di sfilare per le strade di Roma alla testa di un corteo di animali esotici tra cui un elefante bianco chiamato Annone. In linea con la sua filosofia di vita al limite dell’epicureismo, pare sia arrivato a dire al cugino Giulio:
Visto che Dio c’ha dato il Papato, godiamocelo Leone X
Fu amante di tutti i piaceri della vita, da quelli della tavola a quelli, molto discussi del letto. Per la sua presunta omosessualità passiva fu oggetto di numerose pasquinate
Fiorentin, baro cieco e paticone
Più che ad altri pontefici, a Leone X, fu rimproverata la vendita delle indulgenze e a poco gli anche valse il fatto che quei soldi fossero utilizzati, almeno in parte, per la costruzione della basilica di San Pietro. La mercificazione della Fede e la corruzione generalizzata all’interno dello Stato Pontificio determinarono un malcontento generale che trovò riscontro nelle critiche del frate Martin Lutero che nel 1517 affisse alla chiesa dell’Università di Wittenberg le famose 95 tesi sul valore e l’efficacia delle indulgenze dando il via alla riforma Protestante.
Leone X morì il 1° dicembre 1521 a soli quarantasei anni. I romani lo salutarono con una crudele pasquinata:
Ti sei insinuato come una volpe,
hai governato come un leone,
sei morto come un cane
Giulio de’ Medici divenne papa nel 1523 con il nome di Clemente VII. Dopo alcuni anni di alleanza con l’Imperatore Carlo V, pensò di porre argine allo strapotere degli spagnoli e di allearsi con Francesco I di Francia. La scelta si dimostrò disastrosa e determinò una serie di eventi luttuosi che, a catena, portarono al Sacco di Roma e all’assedio di Firenze. Seppe comunque destreggiarsi e alla fine riuscì a riportare i Medici a Firenze e far sposare la nipote Caterina con il futuro re di Francia.
Anche a lui non mancano i problemi relativi alla carica di capo della cristianità: quando Enrico VIII, re d’Inghilterra, chiese l’annullamento del suo matrimonio con Caterina d’Aragona, zia dell’Imperatore, si oppose al provvedimento determinando un ulteriore scisma, quello con la Chiesa Anglicana di cui lo stesso Enrico VIII si dichiarò capo supremo. Il re d’Inghilterra così riuscì a sposare Anna Bolena e ad avere un erede maschio.
Anche Clemente VII fu colpito, seppur indirettamente, dalle celeberrime pasquinate. Siccome morì dopo lunga malattia che il medico non riuscì a curare, la pasquinata fu indirizzata allo stesso medico ma il bersaglio era certamente lui:
Ecco chi toglie i peccati dal mondo
Per seguire i nostri racconti sulla casata fiorentina, cliccare la voce I Medici sulla barra in alto del menù della pagina web tuttosesto.net.