Elena Sofia Ricci al Teatrodante Carlo Monni con “Vetri Rotti”

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Elena Sofia Ricci

Intrecciando psicanalisi, drammi storici sociali e personali, Armando Pugliese dirige sul Elena Sofia Ricci nel riallestimento di “Vetri rotti”, dramma scritto da Arthur Miller, che tratta il tema dell’Olocausto. Lo spettacolo è in programma domenica 2 febbraio al Teatrodante Carlo Monni (piazza Dante 23 a Campi Bisenzio, ore 21.00). Sul palco, diretti da Armando Pugliese, gli attori Maurizio Donadoni, David Coco, Elisabetta Arosio, Alessandro Cremona, Serena Amalia Mazzone.

1938, in una Brooklyn isolata e provinciale, soddisfatta della propria mediocrità, Sylvia Gellburg (Elena Sofia Ricci) è un’ebrea casalinga che viene improvvisamente colpita da un’inspiegabile paralisi agli arti inferiori. Il medico, Herry Hyman (David Coco), suo coetaneo e conoscente, è convinto della natura psicosomatica del male mentre il marito di Sylvia, Phillip (interpretato da Maurizio Donadoni), non riesce ad accettare quanto sta accadendo. Ben presto emerge che Sylvia  è ossessionata dalle notizie delle persecuzioni contro gli ebrei in Germania. Sono gli echi della “Kristallnacht”, ma forse l’angoscia della protagonista per quegli avvenimenti si somma ad altre fonti di frustrazione ed inquietudine.

Dopo aver a lungo cercato una chiave interpretativa del testo di Arthur Miller mi sono risolto a farmi guidare dal titolo con cui l’autore ha voluto chiamare questo dramma– si legge tra le note di regia. Il collegamento più vistoso è quello con la Notte dei Cristalli nome dato dagli stessi nazisti ai tremendi pogrom da loro condotti in Germania, e non solo, nel novembre del 1938, ma il richiamo del titolo è sicuramente riferito anche al progressivo incrinarsi del rapporto matrimoniale dei protagonisti, così come  viene fatto di pensare al rituale della rottura del bicchiere nel matrimonio ebraico in memoria della distruzione del tempio di Gerusalemme. Da questi spunti sono emerse e si sono moltiplicate le possibili interpretazioni. […] Mentre la riflessione storicizzata  sui drammatici eventi di quegli anni, lontani geograficamente ma intimamente vissuti come vicinissimi fa da sfondo imprescindibile alla vicenda umana dei personaggi, l’interrogativo sull’identità ebraica e sull’antisemitismo continua per Miller ad essere il fulcro della sua indagine che ci comunica magistralmente e che ci obbliga a riflettere perché ci coinvolge nel profondo”.

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