Si rafforza la campagna di screening sierologici di massa in Toscana. Secondo il governatore, Enrico Rossi, sommando i test effettuati dal servizio pubblico con quelli che saranno affidati ai privati saranno 400 mila le persone raggiunte. L’accordo con i 61 privati prevede la fornitura di 250mila test da parte della Regione e la disponibilità dei privati a effettuarne almeno 10mila al giorno. L’obiettivo è raggiungere tutti i lavoratori delle aziende rimaste aperte perché ritenute essenziali dal decreto governativo.
Siamo, in definitiva, alla ricerca di quella patente di immunità che potrebbe consentire a molti lavoratori di tornare operativi. La loro sicurezza, d’altra parte, non può che prevedere la valutazione dello stato immunitario.
E’ un’operazione auspicata da molti virologi quotidianamente consultati dalle principali testate giornalistiche. Manca però l’avallo dell’Istituto Superiore di Sanità che ancora non ha validato nessun test sierologico. il problema è legato all’affidabilità dei test stessi: la loro specificità (cioè la capacità di non rilevare falsi positivi) e la loro sensibilità (cioè la capacità di non rilevare falsi negativi).
Facciamo due esempi:
- un falso negativo sarebbe considerato sano, non gli verrebbe fatto un tampone di controllo, circolerebbe tranquillo ma rappresenterebbe un pericolo per gli altri.
- un falso positivo verrebbe sottoposto a tampone che risulterebbe negativo. La persona in questione si sentirebbe tranquilla perché considerata come una che ha contratto la malattia, che l’ha superata e che almeno per un po’ di tempo si può considerare immune. La persona in questione rischierebbe molto per se stessa.
Insomma i test devono essere affidabili. Si auspicano percentuali di test validi superiori al 95%. La tecnologia oggi ci offre indagini sul sangue venoso che sembrano essere più affidabili di quelle effettuate sulla goccia di sangue capillare ma l’Istituto Superiore di Sanità, come detto, ancora non si pronuncia mentre le Ragioni vanno avanti in ordine sparso. Non è un bel vedere.
DANIELE NICCOLI