Passato il primo momento di forte disorientamento, stiamo affrontando il dibattito attorno alla cosiddetta fase 2 dell’emergenza Covid-19. I primi segnali che questa fase potrebbe non essere meno difficoltosa della precedente sono certificati dall’allarme lanciato sia dal Presidente della Regione Toscana che dalla Prefetta di Firenze, sulla facilità con la quale le aziende che vogliono ripartire a produrre lo possano fare con una semplice autocertificazione.
Di fronte a questa situazione crediamo che un numero verde a disposizione di chi lavora, per segnalare condizioni di insicurezza con la garanzia dell’anonimato, sarebbe una forma di tutela importante e concreta, che gli enti locali ed in particolar modo la Città Metropolitana col suo tavolo per il lavoro, potrebbero facilmente istituire, senza grandi spese, prevedendo forme di lavoro agile per garantire la tutela del proprio personale dipendente.
Una richiesta simile è stata avanzata anche a livello regionale, ma immaginiamo un servizio di prossimità e di facile accesso, col costante rapporto con la ASL e con i Sindaci, che sono anche direttamente investiti della responsabilità della condizione di salute della popolazione del loro territorio. Proprio per questo motivo un servizio come questo può assumere una valenza ancora più importante, dando la possibilità di un intervento immediato con il fine di garantire la sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici, ma anche di tutta la cittadinanza.
Questa nostra richiesta tuttavia non vuole minimamente disconoscere il ruolo delle organizzazioni sindacali, anzi, in questo un loro coinvolgimento sarebbe auspicabile; visto però che non in tutte le realtà, soprattutto in quelle piccole o a conduzione familiare con pochi dipendenti, è immediato il contatto con i lavoratori e le lavoratrici, pensiamo che un numero verde possa aiutare a far comprendere loro che hanno a fianco anche le istituzioni.
Crediamo fondamentale per il presente e l’immediato futuro una centralità dei lavoratori e delle lavoratrici che garantiscono la ripresa della normalità, impegnando il loro tempo e talvolta anche mettendo in pericolo la propria salute.
Enrico Carpini (Consigliere Città Metropolitana Territori Beni Comuni)
Lorenzo Falchi (Sindaco di Sesto Fiorentino)
Leonardo Borchi (Sindaco Vaglia)
Stefano Berni e Paola Nardi (consigliere comunale di Barberino di Mugello)
Lorenzo Verdi (consigliere comunale di Borgo San Lorenzo)
Lorenzo Ballerini (consigliere comunale di Campi Bisenzio)
Beatrice Cioni e Leonardo Masi (consigliera e consigliere comunale di Empoli)
Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (consigliere e consigliere comunale di Firenze)
Simone Secchi e Fabio Baldi (consiglieri comunali di Greve in Chianti)
Alberto Mariotti (consigliere comunale di Rignano sull’Arno)
Tatiana Bertini e Caterina Corti (consigliere comunali di Scarperia e San Piero a Sieve)
Maurizio Ulivo Soldi e Jacopo Madau (consiglieri comunali di Sesto Fiorentino)
Francesco Maione e Marisa Boschi (consigliere e consigliera comunali di Pelago)
Emiliano Salsetta e Lorenzo Banchi (consiglieri comunali di Vicchio)