Sono passati esattamente 50 anni dall’approvazione della legge numero 300 del 20 maggio 1970, meglio conosciuta come Statuto dei Lavoratori. A tal proposito il sindaco di Sesto Fiorentino, Lorenzo Falchi, ha scritto un lungo post su Facebook con, in allegato, la foto della manifestazione a Roma nel 2002 contro la cancellazione dell’articolo 18.
“50 anni dallo Statuto dei lavoratori, uno spartiacque nella storia sociale e del lavoro del nostro Paese, che permise a tutti di acquisire e rafforzare diritti e garanzie e fece entrare a pieno titolo i principi della nostra Costituzione nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro.
Lo Statuto fu un grande e alto compromesso tra le componenti sociali ed economiche della nostra società di allora e nacque al culmine di un periodo di grandi lotte e rivendicazioni sindacali e politiche.
Un compleanno importante, dunque. Che avremmo voluto ricordare in Comune con una serie di iniziative pubbliche che avevamo iniziato a progettare con i Sindacati ma che a causa dell’emergenza abbiamo dovuto accantonare (ma che spero potremo recuperare).
In questi 50 anni il lavoro è cambiato moltissimo e, progressivamente, molte delle conquiste contenute nello Statuto sono state limitate, aggirate e talvolta del tutto cancellate, come avvenuto in ultimo con il famigerato “Jobs Act”, in un clima politico chiaro che ha additato i diritti del lavoro come capro espiatorio delle crisi e come freno allo sviluppo.
Abbiamo assistito, non senza alcune importanti opposizioni (come non ricordare la manifestazione del Marzo 2002 a Roma contro la cancellazione dell’Art.18?) ad uno svuotamento dello Statuto senza che venisse promosso un percorso di rinnovamento in grado di allargare le tutele e i diritti di un numero crescente di lavoratori che, ormai da decenni, si trova sempre di più fuori da quel perimetro di civiltà (precari, partite IVA, rider…).
Adesso sarebbe il tempo di un nuovo patto sociale tra lavoratori, imprese e Stato che tenga conto della necessità di un nuovo modello di sviluppo, della competizione globale, della sfida del cambiamento climatico e dei limiti ambientali dello sviluppo, dei nuovi sfruttatori e dei nuovi sfruttati, degli invisibili, della crisi sanitaria, di tanti altri aspetti.
Un tempo nuovo ha bisogno di regole nuove, nuovi diritti e nuovi doveri, nuovi approcci, rinnovati soggetti di rappresentanza collettiva che abbiano chiaro un nuovo modello di sviluppo per il nostro Paese.
Proviamoci”.
È TEMPO PER UN NUOVO PATTO SUL LAVORO50 anni dallo Statuto dei lavoratori, uno spartiacque nella storia sociale e del…
Publiée par Lorenzo Falchi sur Mercredi 20 mai 2020