Vogliamo cogliere l’occasione delle celebrazioni appena concluse per la Festa della Liberazione del 25 Aprile per parlare di Pace, solidarietà e cooperazione internazionale. Come tutti gli anni, nonostante il tempo non proprio eccezionale, tantissimi calenzanesi – e non solo – non hanno perso l’occasione di fare la consueta passeggiata in Calvana fino al memoriale di Valibona e al cippo che ricorda i caduti della prima battaglia della Resistenza in Toscana. Anche quest’anno, purtroppo verrebbe da dire, una delle parole più pronunciate durante le celebrazioni è stata PACE. Perché non c’è libertà senza pace.
Purtroppo, il contesto internazionale ci mostra ogni giorno come il mondo occidentale in particolar modo si stia impegnando in una corsa folle al riarmo. Praticamente tutti i governi e la quasi totalità delle forze politiche spingono in questa direzione, senza mostrare la benché minima intenzione di abbassare i toni e mettere la diplomazia al centro. Abbiamo infatti assistito in questi anni ad un’escalation continua per quanto riguarda il conflitto in Ucraina: dall’invio delle prime armi, finalizzate alla difesa, siamo passati ad armamenti sempre più potenti, fino ad ipotizzare l’invio di truppe di terra. Questo atteggiamento dei governi europei e dell’Unione Europea nel suo complesso ha frantumato e disatteso il progetto europeo, che dal secondo dopoguerra in avanti aveva messo fra i propri obiettivi principali il mantenimento e la ricerca della pace.
Cambiando contesto, l’atteggiamento di sostegno praticamente incondizionato al genocidio che il governo israeliano sta portando avanti da mesi nella striscia di Gaza è un’altra faccia della stessa medaglia. Qui in particolare, anche storicamente, il nostro paese ha sempre avuto forti legami con il popolo palestinese e rapporti con Israele, e non si capisce perché non si faccia lo sforzo di impegnasi seriamente per la soluzione tra l’altro indicata più volte da risoluzioni ONU di “due popoli due stati”.
Per queste ragioni, qui affrontate molto rapidamente, riteniamo che ogni comunità debba impegnarsi per ricostruire un movimento, un sentimento trasversale che lavori per la pace. Non si parte sicuramente da zero: Calenzano ha una lunga tradizione di impegno sui temi della pace, della solidarietà e della cooperazione internazionale, grazie al radicato tessuto associativo, ai circoli, alle parrocchie e alle tante persone sensibili che, ognuno a suo modo, partecipano dando il proprio contributo.
Esemplare l’impegno unitario di tutta la comunità nei confronti delle popolazioni colpite dalle recenti alluvioni in Emilia-Romagna e Campi Bisenzio. Impegno unitario che condividiamo e ci impegniamo a portare avanti e rilanciare anche con queste proposte:
Rilanciare il patto di amicizia con Farsia e la solidarietà con il popolo Saharawi;
Promuovere percorsi di educazione alla pace nelle scuole e sul territorio, in collaborazione con l’associazionismo;
Rafforzare il ruolo della Commissione Pace e Cooperazione, procedendo ad allargare al mondo associativo locale la partecipazione alle sue sedute;
Rafforzare l’impegno dell’Amministrazione a sostegno di progetti di cooperazione internazionale;
Promuovere con cadenza annuale, in collaborazione con le associazioni del territorio, una “Festa della Pace”, cioè un appuntamento organizzato su più giorni in cui approfondire i temi legati alle problematiche internazionali, ai conflitti, alle prospettive di sviluppo nei paesi del sud globale, ai progetti di cooperazione e solidarietà.
Unendo le forze, con il contributo di tutti, possiamo fare molto perché Calenzano torni ad essere un luogo dove si prova a spostare il mondo più avanti, verso un futuro di pace, di giustizia sociale ed ambientale, di solidarietà.
Coalizione Civica Progressista