Si è svolta mercoledì 23 ottobre presso la Sala Conferenze del palazzo comunale di Calenzano l’incontro dal titolo “La scuola cambia volto” organizzato dal partito democratico.
Al termine dell’incontro questo è il comunicato rilasciato dalla capogruppo Maria Arena:
Siamo soddisfatti della presenza all’evento “La scuola cambia volto”, è segno che c’è proprio bisogno di parlare di scuola, di ambienti, di strutture e strumenti, di didattica e di percorsi di inclusione! Dalle testimonianze portate dai dirigenti Arte e Baldaccini, come anche dalla DS del Comprensivo di Calenzano, Cinzia Boschetto, abbiamo dimostrato che ci sono molte possibilità di intervenire sulle strutture, per adeguarle ad una modalità di insegnamento che può e deve cambiare, e in altri casi invece è necessario costruire nuovi edifici scolastici che vanno incontro ad un modo di vivere gli spazi meno frontale e più di interscambio e inter-relazione tra studenti e docenti. E il parametro non può essere l’andamento demografico, che per altro subirlo passivamente è un atteggiamento di rassegnazione che non possiamo permetterci, ma quanto la volontà di andare in contro alle esigenze di creare le condizioni necessarie per consentire una didattica innovativa, che renda gli studenti parte di un sistema attivo e costruito intorno all’individuo, e non viceversa.
Sono almeno trent’anni che assistiamo al confronto tra due visioni diverse della scuola pubblica: una che vede la scuola pubblica lo strumento principe per realizzare l’uguaglianza e la parità di opportunità, una visione che ritiene il dialogo, la partecipazione e l’inclusione quali azioni alla base di una scuola capace di creare individui pronti per affrontare le sfide della vita. l’altra visione che si contrappone punta sull’individuo, sulla competizione, e dunque punta al ‘merito’.
Dunque l’individuo è responsabile dei propri successi. e delle proprie sconfitte. In questo confronto continuo tra le due visioni, si è perso l’obiettivo ( e la politica ne è lòa responsabile) di trovare la vera causa del disagio giovanile, dell’abbandono scolastico, dell’aumento degli studenti ‘segnalati’. Sappiamo che l’aumento del rigore o della repressione non risolve tali problematiche, tutt’altro.
In questo ci sono i dirigenti che provano a sostenere e rinnovare la scuola, anche attraverso l’utilizzo di risorse del PNRR o di fondi europei precedenti, e provano a destreggiarsi nella burocrazia.
Dal convegno ce l’hanno detto i relatori: gli ambienti scolastici contano, i soldi ci sono, basta saperli trovare, e basta avere la volontà politica di riscrivere le priorità.
Quando finalmente la politica ci darà una vera riforma scolastica, che consentirà di trasformare le scuole, dagli attuali edifici nei quali i ragazzi si recano per obbligo o per dovere, ognuno nella propria classe con poche possibilità di vivere momenti educativi e di condivisione di interclasse, a veri Campus educativi, allora dovremo farci trovare pronti.
Abbiamo avuto a Calenzano anche esperimenti del passato, tipo la scuola Comunità, che si è però scontrata con i limiti della Struttura scolastica vecchia e vetusta come l’Anna Frank! Da quell’esperienza avremmo dovuto capire che non basta la voglia degli insegnanti di mettersi in discussione, non basta la disponibilità delle famiglie di partecipare ad percorsi sperimentali, ma servono spazi nuovi e moderni! E ce lo ha spiegato bene Il Dott.re Borri di indire, che con il suo lavoro nell’ambito dell’architettura scolastica e progettazione di ambienti di apprendimento, esperto da anni in questa funzione, ha mostrato come oggi si debba prediligere l’apprendimento più che l’insegnamento: ce lo chiedono gli studenti. Dobbiamo realizzare ambienti educativi dove il confronto reciproco è una delle esperienze più importanti. Il suo gruppo di lavoro di Borri analizza l’evoluzione dei modelli formativi, nel rapporto tra spazi e tempi di apprendimento.
Torneremo a parlare di Scuola in futuro, anche con la testimonianza della voce forse più importante, quella appunto degli studenti.
Maria Arena