Le Mamme No Inceneritore chiedono ai Comuni di ricorrere al TAR

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Mamme No Inceneritore

Le Mamme No Inceneritore hanno richiesto formalmente ai Comuni di Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Prato, Scandicci, Signa, Calenzano e Lastra a Signa di ricorrere al TAR della Toscana contro l’autorizzazione rilasciata per la costruzione dell’inceneritore.

Di seguito il comunicato a firma di Mamme No Inceneritore, Coordinamento Comitati della Piana, Assemblea per la Piana Contro le Nocività, Medicina democratica Firenze, Italia Nostra Firenze, Comitato per le Oasi WWF dell’Area Fiorentina, Comitato per il WWF di Pistoia e Prato, Forum Ambientalista, cub sanità Firenze, Comitato Acqua BeneComune Prato, Associazione AcquaBeneComune Pistoia, associazione ABC Pistoia, Un’altra Sesto è possibile

Ricordiamo che nell’agosto scorso la Città Metropolitana ha deliberato di autorizzare la realizzazione di un inceneritore da 198.000 tonnellate di rifiuti solidi, urbani e speciali, nel comune di Sesto Fiorentino in località Case Passerini, a 8 km dal Duomo di Firenze. Le associazioni ambientaliste (WWF, forum ambientalista, italia Nostra), che già avevano presentato un ricorso al Tar della Toscana contro la VIA, Valutazione di Impatto Ambientale, intendono ricorrere anche contro i provvedimenti conclusivi. Si ravvisano infatti gravi illegittimità, quali la mancata previsione del destino di scorie e ceneri; l’assenza di una valutazione di impatto ambientale (e quindi anche sanitario) che valuti gli effetti cumulativi di inceneritore, nuovo aeroporto e autostrada; la mancata realizzazione delle opere di mitigazione. Inoltre le associazioni e i comitati, come le “Mamme No Inceneritore” lottano affinché vengano finalmente considerate modalità più moderne di gestione dei rifiuti, economicamente vantaggiose e meno impattanti. Questo renderebbe assolutamente evidente che l’inceneritore di Case Passerini è un’opera in netto contrasto con il pubblico interesse. Ma la tutela dei cittadini e dei territori non può essere demandata solo ai comitati cittadini e alle associazioni ambientaliste, spetta invece in via primaria proprio alle amministrazioni comunali quali istituzioni più vicine agli interessi delle comunità locali e principali responsabili della tutela dei loro diritti fondamentali. Per questo motivo è stata fatta richiesta ai vari Comuni, presenti nel raggio di 5 km dall’impianto, di ricorso al TAR contro la VIA e i provvedimenti dell’Autorizzazione Unica conclusiva. In primo luogo la richiesta è stata inviata al Commissario del Comune di Sesto Fiorentino, sul cui territorio dovrebbe essere realizzata l’opera e il cui consiglio comunale aveva deliberato sia la sospensione, con finalità di precauzione e di salvaguardia, di ogni procedimento relativo all’inceneritore, sia l’impegno dell’amministrazione sestese a impugnare il provvedimento finale che scavalcasse il parere contrario del Comune di Sesto. In secondo luogo al Consiglio comunale di Campi Bisenzio che, sebbene nell’ultima conferenza dei servizi non si sia presentato, inducendo l’acquisizione dell’assenso ai sensi del comma 7 dell’art. 14 – ter della L. 241/1990, ha partecipato alle precedenti conferenze chiedendo esplicitamente la “sospensione a tempo indeterminato dell’iter amministrativo legato alla realizzazione del nuovo impianto di termovalorizzazione”, esigendo una generale riqualificazione ambientale della Piana, già drammaticamente provata da inquinamento dell’aria e del suolo, come prerequisito alla realizzazione dell’inceneritore. In terzo luogo ai Consigli dei Comuni di Signa, Lastra a Signa, Scandicci, Calenzano e Prato, non interessati direttamente da opere edilizie legate all’inceneritore, ma altrettanto coinvolti per le ricadute degli inquinanti e i rischi sulla salute umana. Le polveri sottili e gli inquinanti hanno una tale volatilità e capacità di copertura del territorio circostante che nessun comune, nel raggio almeno di 30 km, dovrebbe sentirsi al riparo e quindi potrebbe vantare il diritto di impugnare, nelle varie sedi, le scelte scellerate fatte da altri Enti. Non è stata inviata richiesta al Comune di Firenze, pur essendo coinvolto territorialmente e con la maggior densità di persone interessate dalle ricadute, in quanto il Sindaco e la maggioranza in Consiglio non hanno mai messo in dubbio la bontà dell’opera, marcando sempre assenza in conferenza dei servizi e rilasciando pareri favorevoli a priori, senza alcuna prescrizione”.

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