A pochi mesi dalle consultazioni che dovranno decidere chi amministrerà Sesto Fiorentino, l’offerta politica per molti cittadini appare tutt’altro che abbondante e soddisfacente.
Dopo le polemiche dell’estate, uno strano silenzio è sceso sull’agone politico sestese quasi che partiti e movimenti non siano in grado di rendersi conto di quanto i recenti fatti abbiano ulteriormente scollegato la cittadinanza dalla politica, anche quella locale.
Per anni a Sesto si è votato dando quasi per scontato il risultato. Il P.C.I e i partiti che da esso sono discesi potevano vantare su un enorme, ed evidentemente meritato, consenso. Un’analisi politica della situazione sestese quindi non può che iniziare dal Partito Democratico che di quella tradizione è diretto erede.
La sfiducia a Sara Biagiotti ha portato all’espulsione degli otto ex consiglieri e alla spaccatura del partito che, al di là dei proclami, si trova in una situazione di evidente disagio se deve sbandierare come grande risultato le 354 tessere accumulate alla fine di ottobre. Dirigenti regionali e provinciali hanno difeso ad oltranza l’operato del sindaco, ma tentennano quando devono parlare della sua ricandidatura. Si fanno sempre più insistenti le voci di una designazione che possa ricompattare le anime del partito. Compito arduo anche per il politico più navigato.
Di migliore salute non appare godere l’opposizione di centro-destra. Forza Italia, in grave crisi a livello nazionale, non mostra segni di particolare vitalità a Sesto. Arduo appare il compito del nuovo coordinatore, Marco Allegrozzi. Creare un’alternativa politica efficace insieme ai possibili alleati, tutti fuori dall’ultimo consiglio comunale, non sarà facile.
Al contrario, il MoVimento 5 Stelle, a livello nazionale gode di gran credito, ma, obiettivamente, a Sesto sembra avere difficoltà a radicare la presenza sul territorio. Il gruppo consiliare si è dimezzato nell’anno di vita della Giunta Biagiotti e i risultati alle elezioni Regionali sono stati inferiori alle attese. Giovanni Policastro, che recentemente ha smentito le voci relative a divisioni interne al movimento sestese, si dichiara molto risoluto circa i risultati delle prossime elezioni comunali. L’onda lunga nazionale potrebbe aiutarlo.
Il Movimento Sesto 2014, guidato da Fabrizio Muscas, appare incomprensibilmente silenzioso e, forse, in attesa di un segnale da parte del Pd.
Decisamente più in salute appare Sesto Bene Comune. Nel giro di due anni Maurizio Quercioli ha ottenuto un buon consenso fra gli scontenti del Pd di Renzi e Biagiotti e gli storici elettori di sinistra. Il movimento però non ha un vero riferimento nazionale e questo può costituire un limite importante anche in caso di elezioni comunali. Se, d’altra parte, il riferimento dovesse essere considerato SEL allora tornerebbero di attualità le considerazioni fatte a proposito di Forza Italia.
Rimangono gli otto ex consiglieri Pd attualmente in attesa dell’esito del ricorso alla commissione regionale (a proposito come mai ritarda così tanto?). Cosa faranno? In caso di esclusione definitiva scenderanno in campo e saranno in grado di esprimere una proposta convincente? Il popolo dei social network (ma conta qualcosa?) è diviso nel giudizio su di loro, ma c’è curiosità e grande aspettativa.
Sesto e i sestesi si aspettano un governo serio e capace, tocca a partiti e movimenti garantirlo.
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