La stagione teatrale 2024/25 del Teatro Manzoni di Calenzano (via Mascagni 18) si prepara ad accogliere uno spettacolo intelligente e ironico scritto e interpretato da Max Paiella con la collaborazione autoriale di Marcello Teodonio. Sabato prossimo 15 novembre 2025 alle ore 21.15, all’interno della stagione teatrale LE PAROLE GIUSTE andrà in scena “C’ERA UNA VOLTA… FAVOLE ITALIANE”
Prodotto da La Macchina Del Suono per il Teatro Manzoni di Calenzano, lo spettacolo è un divertente e coinvolgente viaggio teatrale e musicale che scava nelle origini e nel destino delle storie che hanno plasmato l’immaginario collettivo italiano. Da quelle sussurrate dalla mamma, a quelle raccolte nel celebre libro di Italo Calvino, Paiella e Teodonio riportano alla luce la vera natura delle fiabe: un patrimonio di saggezza e creatività che non ha un unico autore, ma è frutto del “respiro collettivo di un popolo”.
Max Paiella, noto al grande pubblico per le sue collaborazioni televisive in programmi come Parla con me, Gazebo, Aniene e soprattutto per la sua presenza fissa nel programma radiofonico Il ruggito del coniglio, si conferma un trasformista vocale e un autentico cantastorie contemporaneo. In scena, Paiella destreggia con sapienza e naturalezza i dialetti di tutta la penisola, trasformando lo spettacolo in un dinamico dialogo tra la voce popolare e quella colta, tra la risata travolgente e la poesia che troviamo nelle storie che ci hanno raccontato fin da bambini.
Lo spettacolo dimostra come le fiabe siano un bene comune, che muta in base al dialetto, alla lingua e alla cultura locale, ma che resta “senza tempo”.
Quando parliamo di fiabe, è impossibile capire chi ne sia stato l’autore, perché le favole nascono dalla voce di chi le racconta. Il cuore della narrazione gira attorno al concetto che le favole nascono dalla tradizione orale, diffondendosi e arricchendosi lungo percorsi sconosciuti. E poi si sono diffuse con un meraviglioso, e sconosciuto, percorso: ad esempio di Cappuccetto Rosso ce ne sono diverse versioni (una anche dei fratelli Grimm) e ne esiste una versione molto simile riportata dalla raccolta di favole romane da Gigi Zanazzo a Roma alla fine dell’800, come ci sono varie versioni delle vicende di Cola Pesce, la grandiosa leggenda siciliana, che Giuseppe Pitrè raccolse ascoltandone varie versioni dai racconti popolari, e così via.
“C’era una volta… Favole Italiane” è un’occasione per riflettere in chiave semiseria sul potere intrinseco del racconto. Il meccanismo della fiaba (racconti di vicende con inizio e fine; mescolanza di elementi verosimili e inverosimili, concreti e simbolici; vicende che contengono comunque delle “prove” per i protagonisti e una “morale”) è lo stesso che ritroviamo oggi nelle fiction, nei cartoni animati, nei Manga e nei videogiochi. Le fiabe, quindi, non muoiono: si trasformano, si tramandano e ci raccontano molto di più di quanto pensiamo, rivolgendosi a un pubblico che è ben lungi dall’essere composto solo da bambini.




