Bencini (Querceto Calcio) a TS: “Noi come l’Athletic Bilbao”

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Se abiti a Sesto Fiorentino e pensi al calcio locale, è inevitabile non fare riferimento al Rinascita Doccia, al Sesto Calcio 2010 e, soprattutto, alla Sestese. In città, però, c’è un’altra squadra che, a suon di vittorie da cinque anni, sta salendo agli onori della cronaca: stiamo parlando del Querceto. La formazione guidata dal carismatico presidente Luciano Bartolini gioca negli amatori, categoria che, purtroppo, non riscuote grande successo a livello mediatico. Di soldi ne circolano pochi, ma non mancano certo passione e partecipazione da parte di calciatori e tifosi. Già, i tifosi. Sono tanti quelli che seguono la compagine allenata da Cristian Rosi. Tanti e passionali. C’erano anche giovedì 10 dicembre, quando il Querceto, battendo 3-2 il San Frediano al Bartolozzi di Scandicci al termine di una gara al cardiopalma, si è aggiudicato la finale regionale Aics, conquistando così la qualificazione alle finali nazionali in programma a primavera (LEGGI QUI).

Il Querceto è come una grande famiglia e la mamma non può che essere la Casa del Popolo di via Napoli, 7. Qui calciatori e tifosi si ritrovano, si divertono e, a volte, fanno anche servizio in pizzeria o partecipano ad altre attività sociali. Un modo importante per rafforzare il senso di appartenenza al gruppo.

Tuttosesto.net ha intervistato in esclusiva una delle colonne del Querceto: il difensore Lorenzo Bencini.

Sei uno dei giocatori più rappresentativi del Querceto. Ci vuoi raccontare come ci sei arrivato e da quanto tempo ci giochi?
Sono arrivato nella stagione 1998-1999, avevo 22 anni. Mi ricordo i più ‘vecchi’ che dicevano. ‘Il Bencio è bravo ma tanto dura poco è uno scapestrato’. Nei primi quattro anni non saltai un allenamento. Sono diciassette anni che vesto la casacca quercetena“.

Ha un significato particolare per te giocare proprio nel Querceto?
Querceto per me è tutto, amicizia, appartenenza. Non rinnegherei nessuna partita giocata con questa maglia, nemmeno quelle degli inizi, in campi in terra mediocri“.

Qual è lo spirito che tiene unita la squadra dentro e fuori dal campo?
Aggregazione, amicizia, appartenenza, umiltà, attaccamento alla maglia a prescindere dai risultati. Questi devono essere i veri valori di un quercetano. Perché le vittorie potranno anche non arrivare più ma se ci sono questi valori la storia quercetanana non finirà mai“.

Siete molto attenti alla storia del Querceto. So che avete creato una specie di hall of fame. Ce ne vuoi spiegare i motivi?
Qui bisognerebbe chiedere al grande Alessandro Innocenti, l’idea è sua. A prescindere dal valore tecnico, la hall of fame, grazie ad una targa memorativa, vuole ricordare le presenze e l’attaccamento alla maglia di tutti gli ex giocatori quercetani. Chi ha messo passione per questa maglia verrà sempre ricordato indipendentemente dal livello tecnico“.

Quanto è importante la Casa del Popolo?
E’ alla basa di tutto perché è da qui che nascono le amicizie, le iniziative, ma soprattutto perché la stessa struttura ci supporta in qualsiasi iniziativa della squadra. Veniteci a trovarci alla grande festa della birra che si svolge all’inizio di settembre e che vede partecipare come volontari i giocatori, i dirigenti e tifosi“.

Sei stato per molto tempo capitano. Poi hai deciso di lasciare la fascia. Perché?
Ricordo ancora il giorno, un sabato pomeriggio di circa 15 anni fa contro il Novoli in trasferta. Mancava Sandro Nocchi, così Luciano Bartolini, ora presidente e prima allenatore, si avvicinò al Giglione (Francesco Gigli, ex giocatore e preparatore atletico del Querceto, ndr) chiedendo informazioni al riguardo e mi diede la fascia al braccio. In quel momento ero un giovane sempre più presente nella struttura, mi lussai una spalla nel secondo tempo. Fu un dolore che mi portai molto tempo dietro, ma non abbandonai il campo, c’era troppo orgoglio in me, il capitano più giovane nella storia del Querceto. Da quel giorno sono stato capitano per tredici anni fino a tre anni fa quando insieme al vice e grande Alessandro Innocenti decidemmo insieme di responsabilizzare i più giovani. Avevamo due figure in quel momento perfette per passare il testimone: Marco Collini e Alessandro Sandre. Il Querceto è una famiglia e le tradizioni, le responsabilità e le passioni vanno tramandate“.

In passato il Querceto non aveva mai vinto nulla, ma negli ultimi cinque anni la squadra si sta togliendo molte soddisfazioni. Ti faccio una domanda provocatoria, visto che frequenti la Curva Fiesole: siete la Juventus degli amatori?
Negli ultimi cinque anni abbiamo ottenuti grandi risultati amatoriali. Abbiamo vinto 3 campionati provinciali consecutivi su quattro partecipazioni ai regionali, abbiamo vinto tre finali,tre volte campioni regionali ed abbiamo disputato tre volte i nazionali tra cui una finale persa contro Brescia. Poi siamo stati vice campioni d’Italia e nella scorsa primavera abbiamo vinto la Coppa Italia. In questa stagione ci ripresenteremo ai nazionali per la quarta volta consecutiva in virtù della vittoria contro il San Frediano alla finale regionale giocata pochi giorni fa. Si è trattata del terzo titolo regionale vintoNonostante tutti questi successi, il paragone non ci sto proprio. Primo perché loro rubano, secondo perché loro non hanno i nostri tifosi, terzo perché loro vanno a ‘pescare’ i giocatori più bravi dalla altre squadre. La nostra, invece, è un squadra ‘basca’, tutti i giocatori frequentano assiduamente la struttura della Casa del Popolo e non ho ricordanza, in diaciassette anni, che ci sia stato un giocatore del Querceto che ha militato precedentemente in un’altra squadra del nostro campionato. La nostra forza degli ultimi anni sta proprio in quest’aspetto: chi gioca nel querceto è un quercetano e non va più via dalla squadra. Mi piace invece il paragone con l’atletico Bilbao …il Querceto a trazione basca“.

Qual è, a tuo avviso, il giocatore più forte tecnicamente della squadra?
Non mi piace fare nomi. Negli ultimi anni il livello tecnico si è alzato parecchio ed alcuni giocatori sono ben conosciuti nel panorama sestese. La passione però fa sempre la differenza“.

I tuoi compagni di squadra Marco Collini e Maurizio Di Carlo, ospiti di una trasmissione sportiva di Sesto Tv a fine novembre (LEGGI QUI), hanno detto che il giocatore più carismatico del Querceto sei tu. Ti senti di dover dir loro qualcosa?
Hanno un po’ la mente annebbiata perché negli ultimi anni sono un po’ invecchiato e addolcito (ride, ndr). Diciamo che in tutti questi anni sono stato sempre presente nelle sconfitte e nelle vittorie. Li ringrazio”.

La vostra squadra è composta da giovani e giocatori più esperti. Tra i secondi, impossibile non ricordare Sandro Nocchi. Due parole su di lui?
Un esempio per tutti, non ci sono parole. Più di 50 anni e si allena ancora. Mai una parola fuori le righe, talvolta viene in panchina, si allena con la stessa passione da sempre. Highlander“.

Capitolo tifosi: vi seguono in tantissimi per le partite casalinghe e per le trasferte. Facciamo loro un ringraziamento?
Grandi U.Q. (il nome dei tifosi del Querceto, ndr). Il merito dei successi degli ultimi anni va soprattutto a loro. Se tutti i giocatori sono orgogliosi di vestire la nostra maglia è perché sulle tribune abbiamo un seguito che tutti ci invidiano. Questa sinergia tra squadra e pubblico è qualcosa di unico.
Vorrei fare un appunto ai tifosi e alla squadra: rimaniamo umili, non scordiamoci mai che siamo una squadra amatori, che quello che conta a prescindere dalla vittoria e dalla sconfitta è il percorso per arrivare all’una o all’altra. Arriveranno anche momenti più bui, ma se tutti siamo coinvolti con la stessa passione, il Querceto non perderà mai. Questo alla fine è quello che conta“.

Concludiamo col presidente Luciano Bartolini. Come lo descriveresti?
Lui è il Querceto. Luciano è il babbo di tutti, sempre sereno, sempre pronto ad ascoltarti, sempre pronto ad aiutarti, la sua grande passione è un esempio per tutti. Senza di lui il Querceto non esisterebbe, ne diamo atto e ce lo teniamo stretto stretto con la passione nel cuor. Ti saluto con una sua frase celebre : “QUERCETO, QUERCERTO, OLE'” e con la dicitura di uno striscione: “IERI…OGGI…DOMANI…INSIEME QUERCETO“.

Qui sotto una foto di Lorenzo Bencini tratta da Facebook:

Lorenzo Bencini

STEFANO NICCOLI

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