La senatrice Alessia Petraglia ha incontrato nella mattinata del 18 dicembre le RSU e alcuni lavoratori del CMP di via Pasolini.
Secondo il piano industriale di Poste Italiane il Centro di smistamento sarebbe destinato al declassamento con conseguente perdita di posti di lavoro.
L’incontro era stato sollecitato da alcuni lavoratori che avevano lanciato un appello a tutti i parlamentari toscani.
Al colloquio, che si è tenuto all’esterno dell’azienda in seguito al divieto di ingresso “per motivi di sicurezza” opposto alla delegazione da parte della dirigenza, hanno partecipato anche il coordinatore fiorentino di SEL, Gregorio Malavolti, e il coordinatore del circolo SEL di Sesto Fiorentino Jacopo Madau.
Queste le dichiarazioni rilasciate dalla senatrice Petraglia:
“Il ministro dell’Economia ha il dovere di rispondere ai lavoratori del CMP che pretendono chiarezza sul proprio futuro. E’ inaccettabile far pagare ai dipendenti il prezzo di un piano industriale che mette a rischio oltre 800 posti di lavoro nella Piana fiorentina, tra occupati diretti e indotto. Nelle prossime ore presenteremo una interrogazione al Ministro dell’Economia e valuteremo tutti gli strumenti regolamentari utili per ottenere una risposta nel più breve tempo possibile”.
“Riteniamo che la motivazione sia infondata e che si sia trattato soltanto di un pretesto per impedire l’incontro, tanto più che la stanza delle RSU ci risulta che sia accessibile anche dall’esterno e raggiungibile, quindi, senza compromettere l’attività. Accerteremo nei modi e nelle sedi opportune le vere motivazioni: se emergesse che si è trattato di un tentativo, per altro malamente giustificato, di ledere i diritti dei lavoratori saremmo di fronte ad un fatto gravissimo, del tutto coerente col clima repressivo che si respira da tempo nello stabilimento”.
“Ridimensionare il CMP di Sesto Fiorentino – prosegue – non rappresenterebbe soltanto un enorme danno occupazionale, ma sarebbe l’ennesimo colpo inferto al sistema industriale di un’area dove è evidente l’opportunità di sviluppo offerta dal mantenimento dell’occupazione grazie alla creazione di un polo logistico a servizio delle tante realtà produttive, in una posizione strategica per la vicinanza con infrastrutture importanti. Scaricare il costo di scelte sbagliate sui lavoratori e sui cittadini in termini di qualità dei servizi non è pratica nuova per Poste Italiane, come abbiamo già visto con la razionalizzazione degli uffici postali. A pagare, qui, è ancora una volta il territorio, penalizzato da una situazione frutto di anni di decisioni sbagliate di cui nessuno sembra volersi assumere la piena responsabilità”.
“Chiederemo conto di tutta questa vicenda al Ministro – conclude la senatrice – e pretenderemo chiarezza da parte del Governo, che di Poste rimane il principale azionista. Alle Istituzioni, a cominciare dal Presidente della Città Metropolitana Dario Nardella, chiediamo di far sentire la propria voce, in difesa dei lavoratori e per lo sviluppo della Piana”