Il commissario del PD di Sesto Fiorentino, Lorenzo Becattini sulle colonne de L’Unità torna sulla questione di Sesto e lancia il congresso comunale.
Vi proponiamo di seguito l’articolo in versione integrale:
“Sesto Fiorentino, 50mila abitanti alle porte di Firenze, è un Comune con una particolarità politica: dal lontano 1899 – quando venne eletto il primo sindaco socialista toscano Pilade Biondi – vi sono stati fino ad oggi solo tredici sindaci. Un esempio di stabilità amministrativa da record nazionale!
Purtroppo in questa città dalle grandi tradizioni politiche, segnatamente di sinistra, nel luglio 2013 è avvenuto un fatto sconcertante. Dopo appena un anno dalle elezioni amministrative vinte al primo turno dalla sindaca Pd Sara Biagiotti con il 75% dei consensi, otto consiglieri comunali dello stesso partito hanno presentato una mozione di sfiducia contro il primo cittadino e, trovando voti anche presso altre forze politiche, hanno determinato lo scioglimento del consiglio comunale e l’interruzione anticipata dell’esperienza amministrativa.
Uno potrebbe pensare che vi siano stati episodi di mala amministrazione, di infiltrazioni da parte delle mafie, di provvedimenti dell’autorità giudiziaria: niente di tutto ciò. La mozione si basava sulla mancata attuazione di alcuni punti programmatici (dopo appena un anno) e su uno scarso dialogo della maggioranza.
A niente sono valsi gli sforzi per ricomporre il quadro, facendo osservare che eventuali problemi nel partito, che nessuno ha negato, non dovevano essere trasferiti nelle istituzioni elette da tutti i cittadini. Così dal 21 luglio dello scorso anno, Sesto Fiorentino ha in Comune un Commissario Prefettizio in luogo del sindaco e nel Pd un commissario politico sostituente il segretario dimissionario.
A giugno prossimo vi saranno le elezioni amministrative e il Partito Democratico presenterà un progetto per riprendere il rapporto con la città, candidandosi ad ottenere ancora la fiducia dei cittadini. Nel frattempo gli otto consiglieri sono stati sottoposti alle valutazioni e alle sanzioni degli organi provinciali e regionali di garanzia. In questo scenario complicato il Pd ha da subito avviato la fase della ricostruzione. Anzitutto con il lancio del tesseramento che ha portato risultati lusinghieri: a fronte delle 392 tessere consegnate lo scorso anno si è giunti a quota 590, con un incremento del 50%. Ciò grazie alla mobilitazione di tanti militanti che hanno recuperato tre quarti degli iscritti precedenti, una buona parte di quanti si erano allontanati dal Pd, ma soprattutto motivando tanti sestesi ad aderire ad un partito per la prima volta.
Si sono così create le condizioni per tenere in città a fine gennaio il Congresso, che darà vita al nuovo gruppo dirigente cui competerà affrontare importanti scadenze: scelta del candidato sindaco, definizione delle alleanza, formazione delle liste, caratterizzazione della campagna elettorale.
Basterà tutto ciò ad assicurare un buon risultato elettorale? Non è scontato: il lavoro fin qui fatto va considerato come una base di partenza, ma sarà decisivo ricomporre e rinsaldare il rapporto con gli elettori e con le tante associazioni di volontariato che caratterizzano il tessuto sociale di Sesto. E poi con gli operatori economici, il mondo dello sport, le istituzioni culturali e del welfare. Infine questa vicenda insegna che il partito democratico ha una forte potenzialità di espansione nella società, tanto più importante nel 2016 considerati i passaggi delicati che ci attendono.
E’ di vitale importanza, quindi, rafforzare il partito nelle sue molteplici articolazioni territoriali, pre comprendere e intercettare i problemi e per sostenere e valorizzare il lavoro delle istituzioni che ci vedono impegnati con dirette responsabilità, dal governo nazionale alle autonomie locali”.