“Ciclismo vuol dire fratellanza. Andare in bici vuol dire ritrovare la libertà, abbattere le barriere sociali. Basti pensare che, dopo un chilometro pedalato in bicicletta fianco a fianco, ci si dà del tu“. Parlava così Alfredo Martini il 13 novembre 2011 al teatro Pileo di Prata di Pordenone. L’ex ciclista e commissario tecnico della nazionale italiana è morto a 93 anni nella serata di lunedì 25 agosto all’ospedale di Careggi dopo una lunga malattia. A febbraio era tornato nella sua casa di Sesto Fiorentino, dopo che nei mesi precedenti aveva accusato altri problemi di salute tanto da non poter assistere ai mondiali di ciclismo su strada andati a scena a Firenze nel settembre 2013.
Martini era nato a Calenzano il 18 febbraio 1921 ed ha cominciato a correre in bicicletta nel 1936. E’ stato professionista dal 1941 al 1957. In carriera ha ottenuto dieci vittorie, tra le quali il Giro dell’Appennino del 1947 e il Giro del Piemonte del 1950. Nello stesso anno arrivò terzo al Giro d’Italia dietro allo svizzero Koblet e Bartali, vincendo la tappa di Firenze e vestendo la maglia rosa per un giorno. Di nuovo terzo alle spalle di Kubler e Koblet al Giro di Svizzera del 1951. Dal 1969 al 1974 è stato direttore sportivo, della Ferretti prima, della Sammontana poi. Nel 1971 vinse il Giro d’Italia con lo svedese Gosta Patterson.
Nel 1975 divenne Ct, ruolo che ricoprì fino al 1997. Con lui alla guida della nazionale vinsero il titolo iridato Francesco Moser (1977), Giuseppe Saronni (1982), Moreno Argentin (1986), Maurizio Fondriest (1988) e Gianni Bugno (1991-1992). Da aggiungere anche sette medaglie d’argento e altrettante di bronzo. Per le sue doti, alle fine del mandato di Ct, Martini venne nominato supervisore di tutte le squadre nazionali italiane di ciclismo e presidente onorario della federazione ciclistica.
“Non pensavo di vivere così a lungo, anche se non mi sono mai posto traguardi particolari – si legge nel libro “La Vita è una ruota”, uscito quest’anno e scritto dallo stesso Martini con il collega Marco Pastonesi -. Alfredo Binda (ciclista degli anni ’20 e ’30, ndr) diceva che la vita a 20 anni è un dono, a 60 una difesa, a 70 una conquista. Mi permetto di aggiungere che, dai 90 anni in poi, il regalo più bello è ogni giorno in più che passa. Non ho ricette speciali per la salute né per la longevità. Però penso che avere sempre davanti un traguardo, nella vita, aiuti. Ai miei nipoti ho sempre suggerito di fare la cosa che più gli garba. E solo così la vita vola via, libera e leggera, come la via. In un soffio”.
“Ricordo un grande personaggio che ha onorato lo sport italiano e mondiale. Ho nel cuore impresse le sue parole ai giovani in varie circostanze, sui valori che il mondo dello sport insegna. Alla famiglia di Alfredo e alla grande famiglia del ciclismo l’abbraccio di tutto il Governo“. Così il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ricordato Alfredo Martini.
Qui sotto, due video di Sesto Tv con Alfredo Martini:
STEFANO NICCOLI