E’ stata una vera e propria immersione nella bellezza la lezione di Bruno Santi, storico dell’arte e consigliere dell’Opera di Santa Maria del Fiore, che ha illustrato “L’apparato scultoreo del campanile del duomo di Firenze” ai partecipanti alla terza conferenza del ciclo “Il cammino dell’arte”. L’evento – legato alla mostra antologica “Antonio Berti (1904-1990)” in corso di svolgimento a Sesto Fiorentino – si è tenuto giovedì 14 aprile alle 17,30 presso la sala “Vincenzo Meucci” della biblioteca comunale “Ernesto Ragionieri” di Doccia.
Francesco Mariani, presidente dell’Associazione “Antonio Berti” e responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle Arti di Colonnata – che, insieme all’Amministrazione Comunale, hanno organizzato mostra e ciclo di conferenze -, ha introdotto l’incontro ricordando l’importante progetto del restauro dello studio di Berti. Guido Botticelli, noto restauratore d’arte, ha presentato Bruno Santi sottolineando, fra le sue molte esperienze di prestigio, gli anni da direttore dell’Opificio delle Pietre Dure.
Santi ha poi portato la platea in un percorso fantastico dove, immagine dopo immagine, ha fatto apprezzare la maggior parte delle oltre 300 opere scultoree presenti. “Oggi sono tutte copie – ha ricordato -. Gli originali sono esposti nella cosiddetta ‘Galleria del Campanile’, una delle aree più amate del nuovo Museo dell’Opera del Duomo”.
Il Campanile di Giotto è chiamato così perché a lui fu affidato il compito di realizzarlo nel 1334. Ne curò il progetto che seguì sino al livello delle losanghe; a completarlo furono Andrea Pisano prima e Francesco Talenti poi.
“Giotto – ha spiegato lo storico dell’arte – non è documentato come scultore nel complesso delle opere del campanile. Siamo sicuri di Andrea Pisano e dei suoi collaboratori che hanno lavorato essenzialmente nelle losanghe; siamo sicuri degli artisti cosiddetti quattrocenteschi come Nanni di Bartolo, Donatello e anche Luca Della Robbia. I nomi non sono tantissimi, però, dal punto di vista della creazione delle immagini, sono davvero di alta qualità”.
Nella collocazione delle opere c’è un preciso ordine: “Abbiamo gli esagoni nella prima fascia; sopra vi sono le losanghe e nella parte più alta le nicchie con le statue a grandezza naturale. Questa è anche una sorta di indicazione dal punto di vista didascalico poiché, partendo dall’alto, abbiamo prima i protagonisti in carne e ossa, poi le raffigurazioni, che sono simboliche, e in fondo la storia dell’uomo”.
La complessità delle statue, per molti analisti, illustra un cammino ideale, quello della redenzione: “Si, nell’insieme si può leggere un messaggio, cioè che l’uomo, completamente libero dal peccato, può aspirare alla salvezza”.
Curioso anche il fatto che varie opere non siano nella loro collocazione originale: “E’ successo per molte statue. Per esempio quelle di Andrea Pisano sono state spostate sul lato sud o anche sul lato nord mentre occupavano il lato ovest. Accadde quando arrivò Donatello, molto considerato già all’epoca, che si prese il posto d’onore, cioè il lato del campanile che affianca la facciata della cattedrale”.
Complessivamente il Campanile del duomo di Firenze è una struttura assolutamente unica nel suo genere: “In questo tipo di architetture, cioè quelle dei campanili – ha concluso Santi -, una presenza scultorea così importante non ho notizia che esista da nessuna parte. E’ veramente un patrimonio originale”.
Il prossimo appuntamento con “Il cammino dell’arte” è fissato per sabato 23 aprile alle ore 10,30, sempre presso la biblioteca comunale di Sesto Fiorentino, e sarà dedicato al tema “Tecniche di restauro e indagini conoscitive”; interverranno lo scultore Giancarlo Marini e il restauratore Guido Botticelli.
La mostra “Antonio Berti (1904-1990)” è visitabile fino al 31 maggio (con orari 16-19 dal martedì al sabato e 10-12 e 16-19 la domenica) presso il “Centro Antonio Berti” di via Bernini, dove sono esposte le sculture più belle della produzione dagli anni Trenta agli anni Ottanta, e “La Soffitta Spazio delle Arti” (all’ultimo piano del Circolo Arci-Unione Operaia di Colonnata), dove sono raccolti schizzi, disegni, bozzetti e dipinti arricchiti da documenti fotografici e corrispondenze con illustri personaggi del secolo scorso.
LA SOFFITTA SPAZIO PER LE ARTI – Casa del Popolo di Colonnata