Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa di Maria Tauriello, candidata sindaco di Sesto Fiorentino per il centrodestra, protagonista nel pomeriggio di venerdì 6 maggio del testa a testa con gli altri candidati presso la sede del quotidiano La Nazione
“Per lei, direttore, un piatto della Manifattura Ginori simbolo dell’etica del fare che ha sempre contraddistinto nella storia Sesto Fiorentino. Da stasera desidero creare una tradizione di tutti i candidati sindaco del centro destra che donano un pezzo della storia della loro città ai direttori di giornale che li intervistano”
Così a sorpresa, Maria Tauriello ha interrotto questo pomeriggio il dibattito tra i candidati Sindaci promosso dal quotidiano La Nazione che si è svolto presso l’Auditorium del prestigioso giornale fiorentino.
“Sesto Fiorentino, è una Città bellissima, ha continuato Tauriello, ricca di storia e cultura. E’ una terra dove il talento delle donne e degli uomini si è fatto produttore di energia lasciando tracce ovunque, ma anche imprimendo uno stile ed un modus vivendi inscindibilmente legati all’etica del fare. Un fare per crescere, ma sempre attento alla solidarietà e alla centralità dei singoli, o meglio, delle persone”.
Del resto è qui a Sesto che gli etruschi abitarono le pendici meridionali di Monte Morello ed è qui che nel 1735 il Marchese Carlo Ginori fondò la Manifattura di Doccia, una delle prime fabbriche di porcellane dell’intera Europa che portò un notevole sviluppo economico della Città. È proprio per questo che ho consegnato al Direttore un piatto Ginori, per richiamare alla mente la centralità e la grandezza della nostra Città.
Nel tempo, purtroppo, un progressivo torpore, divenuto assopimento, ha fatto di Sesto una cartolina senza prospettiva di crescita, un luogo dove è preziosissimo vivere ma dove la vita vera, la vita di una comunità operosa, si è trasferita altrove.
La politica amministrativa intrapresa da chi fino ad oggi ha governato a Sesto fiorentino ha fatto sì che questo patrimonio sia lasciato a se stesso, lontano dalle opportunità e incapace di sviluppare nuove occasioni produttive. Un oro puro che non si è trasformato in ricchezza né materiale né immateriale, un patrimonio che non è stato capitalizzato.
Oggi Sesto è un bivio: o si rimette in cammino oppure si adagia in un sonno senza prospettiva abbandonando ogni opportunità di ritrovare e rilanciare le radici della propria grandezza.
È da questa consapevolezza che deve nascere lo scatto d’orgoglio per arrestare il declino prodotto da una condotta amministrativa che ha guardato solo all’esistente.
Quella che abbiamo in mente è una “ Sesto Adulta” dove la politica sta un passo indietro per creare le condizioni e non un passo avanti per gestire le azioni; dove uno vale davvero uno; dove il talento è il motore, l’impresa un modo di essere prima che di fare; il rispetto per la libertà un principio assoluto; la centralità della persona e dei sui bisogni un elemento insuperabile.
Non più la Sesto “adolescente” e nemmeno la Sesto con “il cappello in mano”, ma la Sesto libera, che fa da sé ma non fa da sola; la Sesto che cresce e crea.
Una Sesto veloce, attenta, forte e solidale.
Una Sesto senza più conventicole né assetti di potere consolidati.
Una Sesto di donne e uomini. Libere e liberi.