“Il termovalorizzatore si farà, non dipende da chi vince il ballottaggio“. Ha parlato così a La Nazione Livio Giannotti (LEGGI QUI). Non si è fatta attendere la risposta del candidato sindaco di Sinistra Italiana e Per Sesto Lorenzo Falchi all’amministratore delegato di Quadrifoglio.
“Le parole dell’ad di Quadrifoglio, Livio Giannotti, non ci sorprendono. Già qualche settimana fa, forse dimenticandosi di essere amministratore di una società a capitale pubblico, ci ha tenuto a precisare che l’inceneritore si farà perché tutto è già deciso. Viene da chiedersi se sia il PD, azionista di maggioranza di Quadrifoglio attraverso i suoi sindaci, a dettare la linea all’azienda oppure se sia il contrario, in ossequio ad interessi di tipo economico che nulla hanno a che vedere con il territorio, il suo sviluppo e la salute di chi ci abita.
Giannotti – prosegue Falchi – sa bene che tra l’avere un sindaco a favore dell’inceneritore e uno contrario c’è una bella differenza e comprendiamo, quindi, il suo nervosismo. Ci siamo presi l’impegno di contrastare la costruzione di questo impianto con tutti gli strumenti amministrativi e politici a disposizione. Oggi, ribadiamo questo impegno forti dell’indicazione arrivata col voto, che ha mostrato la ferma contrarietà da parte dei due terzi dei sestesi. E’ un dato oggettivo col quale farebbe bene a misurarsi anche Zambini, invece di giocare allo scaricabarile sulle precedenti amministrazioni per nascondere le proprie responsabilità. Dopo lo stop in conferenza dei servizi nel 2014, il Comune di Sesto avrebbe dovuto proseguire su quella strada; invece, Biagiotti e Zambini hanno preferito abbassare la testa agli ordini provenienti da Firenze e abbiamo dovuto attendere, addirittura, che a muoversi fosse il sindaco di Campi Bisenzio, risvegliatosi all’improvviso di fronte ad una situazione insostenibile.
Ai cittadini va detta tutta la verità e non soltanto le verità di comodo che il PD propone per eludere la questione – dice ancora il candidato – L’iter dell’inceneritore è molto avanzato e siamo di fronte ad una battaglia difficile in cui soltanto la volontà politica potrà fare la differenza. Una volta eletto sindaco intendo unirmi subito al ricorso al Tar presentato dai comitati e da alcune associazioni. Pretenderò, poi, chiarezza su un punto del quale i paladini di inceneritore e aeroporto parlano molto poco: nella sciagurata ipotesi della realizzazione di entrambe le opere, il camino dell’inceneritore sarà 23 metri più alto del piano di discesa sulla pista parallela, come rilevato da Enac. Come pensano di far entrare tutto nella Piana? Ma per chi è impegnato soprattutto ad eseguire gli ordini di altri la sicurezza non è una priorità, nemmeno quando si tratta della nuova pista di cui ogni giorno Zambini magnifica le caratteristiche.
C’è poi una terza questione, alla quale Giannotti dovrebbe rispondere invece di lanciare proclami a mezzo stampa – conclude – Con il fallimento della gara da 5 miliardi per la gestione dei servizi dell’ATO, dalla quale il raggruppamento di aziende cui fa capo Quadrifoglio è stato escluso pur essendo l’unica partecipante, che cosa brucerebbe l’inceneritore di Sesto? Da dove verranno i rifiuti? Interrogativi lasciati in sospeso per non dover ammettere di essere davanti ad una scelta sbagliata“.