“L’area dell’agglomerato di Firenze, cioè gli 8 comuni della piana fiorentina (Firenze,
Bagno a Ripoli, Campi Bisenzio, Calenzano, Lastra a Signa, Signa, Scandicci e Sesto Fiorentino), è monitorata da 7 centraline appartenenti alla rete regionale. Sette centraline significa il doppio rispetto al minimo richiesto dalla normativa e sono dislocate in modo tale da coprire sia le realtà legate alle aree interessate da intensi flussi di traffico, sia quelle rappresentative del fondo urbano del territorio dell’agglomerato“.
Lo specifica l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni dopo quanto uscito in alcuni
organi di stampa sull’iniziativa del comitato “mamme NO inceneritore” che hanno annunciato di voler acquistare alcune centraline per monitorare la qualità dell’aria nei Comuni di Campi Bisenzio, Calenzano e Sesto Fiorentino.
“Pur apprezzando la volontà dei cittadini di collaborare per la tutela della qualità dell’aria, preme precisare alcuni aspetti. Infatti va aggiunto che nell’area dell’Osmannoro e a
Sesto Fiorentino sono presenti altre 2 centraline appartenenti all’Università di Firenze che, nell’ambito di convenzioni di ricerca, sono state nel passato, e lo saranno in futuro, utilizzate per caratterizzare l’area in esame con studi e approfondimenti di parametri non previsti dalla normativa, ma utili a caratterizzare la qualità dell’aria nella piana fiorentina. In particolare, si è recentemente conclusa la seconda fase del progetto regionale PATOS (Particolato
Atmosferico in TOScana) che nella centralina dell’Osmannoro ha misurato anche le particelle ultrafini (nano particelle). Obiettivo: definire una fotografia attuale dello stato di
questo inquinante, non ancora regolamentato dalla norma vigente, ma di cui si è molto discusso. La qualità dell’aria nell’agglomerato di Firenze, relativamente al materiale particolato fine PM10, che rappresenta l’inquinante di maggior pericolo per la salute umana, negli ultimi due anni non ha registrato alcun superamento dei valori limite di legge anzi, per questo inquinante i dati mostrano un andamento decrescente.
Per quanto attiene al materiale particolato fine PM2,5 i valori registrati sono sempre stati al di sotto del valore limite. Nell’agglomerato di Firenze persiste solo una criticita’ legata
al valore limite della media annuale del biossido di azoto misurato nelle centraline di traffico: la principale causa è da ricercarsi nelle emissioni delle vetture diesel euro 3, euro 4
ed euro 5. Al riguardo la Regione sta operando con i Comuni per superare la criticità nell’ambito dei Piani di Azione Comunale (PAC) e del nuovo Piano Regionale della Qualità dell’Aria (PRQA) allo studio degli uffici regionali competenti“.
Ansa