La nuova pista da 2.400 metri è stata giudicata virtuosa sotto il profilo sanitario, d’inquinamento acustico e atmosferico in uno studio d’impatto ambientale del nuovo aeroporto di Firenze, elaborato dalla società Ambiente Sc su incarico di AdF.
“Ci auguriamo che il nuovo aeroporto sia pronto a fine 2017, quando dovrebbe arrivare a Firenze il G8“, ha detto il presidente dell’aeroporto di Firenze Marco Carrai (parole riportate da La Nazione).
Secondo lo studio, la popolazione esposta all’impatto acustico si ridurrà del 94% nel 2018 e dell’82% nel 2029. La nuova pista da 2.400 metri determinerà un miglioramento della qualità dell’aria fra il 10 e il 20% rispetto alla soluzione della pista da 2.000 metri. L’impatto atmosferico delle emissioni dell’aeroporto, in scala provinciale, riguarda l’1% del totale, mentre il maggior contributo inquinante proviene dal traffico di autostrade e viabilità ordinaria. Inoltre, la nuova pista farebbe diminuire le vibrazioni. Le simulazioni hanno presentato un’incidenza dieci volte inferiore ai limiti fissati dalla legge.
“Lo spostamento della pista e le nuove rotte e procedure di decollo e atterraggio – ha detto l’ingegnere Lorenzo Tenerani (fonte: La Nazione) – comporteranno una netta diminuzione dell’impatto acustico, perché gli aerei passeranno in corrispondenza di ambiti urbanizzati, ma quasi esclusivamente di tipo commerciale o artigianale con scarsa presenza di residenze. Si stima che la popolazione esposta all’impatto acustico verrà dimezzata nel 2018 e nel 2029, periodo di massima espansione dell’aeroporto“.
Carrai, infine, ha ricordato che la pista da 2.400 metri è l’unica capace di sostenere il flusso di 4,5 milioni di passeggeri previsti con l’integrazione con l’aeroporto di Pisa. Il progetto costerà 300 milioni di euro, di cui la metà pubblici, e, secondo uno studio Irpet, potrà generare un indotto di 730 milioni di euro con 2.200 posti di lavoro diretti e 8.400 indiretti e indotti.
STEFANO NICCOLI