Per realizzare l’ampliamento e la nuova pista dell’aeroporto è necessario escludere il nuovo stadio a Novoli, così come spostare parte del polo scientifico, ma anche la nuova scuola Marescialli e il Casello A/11.
Il progetto dello sviluppo aeroportuale è incompatibile con gran parte delle infrastrutture della Piana, quelle già realizzate e quelle da realizzare: a sancire questa dura verità sono le carte, le osservazione dei Comitati della Piana e il rapporto realizzato da Luciano Battisti ex generale, ex Ispettore Agenzia Nazionale Sicurezza Volo, ed ex membro pro-tempore in rappresentanza dell’Italia ai tavoli tecnici ICAO. Un esperto del settore che ha messo nero su bianco le criticità tecniche relative al progetto aeroportuale. Per questo, d’intesa con i comitati, Alternativa Libera con i parlamentari Artini e Segoni ha presentato un nuovo esposto in Procura e ha chiesto che sia sospeso immediatamente l’iter burocratico, ritirando immediatamente il procedimento di VIA.
A stupire sono le lacune nella fase istruttoria del procedimento sottoposto a valutazione di impatto ambientale. Sui rischi connessi alla sicurezza, la relazione dell’ex generale Battisti evidenzia la mancanza di una pista di rullaggio, l’esposizione ai venti di forte intensità, l’alto rischio d’impatto con volatili e la mancanza di uno studio approfondito sulla presenza di luci fuorvianti, elementi che, secondo l’ex generale, rendono l’orientamento della pista il più sbagliato possibile.Ma in particolare la mancanza di valutazione approfondita sui rischi e le tutele delle persone sorvolate e trasportate. Il Regolamento di Costruzione ed Esercizio Aeroporti allo stato attuale appare profondamene disatteso. Ma ad essere disattese sono anche le direttive UE e le normative sulla sicurezza. Inoltre gli articoli 707 e 715 del codice di navigazione sono molto chiari e stabiliscono le zone di tutela. Così come le attuali normative e trattati internazionali, soprattutto dopo le Conferenze di Montreal, ” High safety and pro-active security issues”, che prevedono la necessità di mettere in atto tutte quelle misure per la limitazione del danno da possibile impatto aereo.
Per realizzare la nuova Peretola, insomma, non ci sono alternative se non spostare gran parte delle infrastrutture della Piana, esistenti o future. Oltre a un’incompatibilità con l’ipotesi del nuovo stadio. La cittadella viola sorge nelle zone B e C, zone di rischio, e amplificherebbe le possibili conseguenze di incidente. Il Piano di Rischio è di competenza comunale ma la giunta fiorentina non l’ha ancora preso in considerazione. I costi intanto lievitano viste le integrazioni richieste dalla Commissione tecnica di VIA a luglio e si può stimare circa il doppio dei 365 milioni previsti dal masteplan, mentre i 50 milioni stanziati dal decreto Sblocca Italia non possono essere usati se non per opere accessorie.
Oltre alle questioni tecniche, rimane aperta la questione politico-amministrativa: l’aeroporto fiorentino è effettivamente una priorità per la nostra città e per un territorio già devastato dall’urbanizzazione? O invece è l’ennesima opera calata dall’alto, funzionale solo a una parte politica, con gravi ripercussioni sia a livello economico che ambientale?
Miriam Amato – Alternativa Libera