“Apprendo dalla stampa che, dopo analogo e documentato grido d’allarme giunto nei giorni scorsi da parte degli Studenti di Sinistra, il Rettore dell’Università di Firenze, i Direttori dell’Ino-Cnr e del Lens, il Consiglio della Scuola di Scienze matematiche, fisiche e naturali, il Dipartimento di Fisica e Astrofisica, e l’intera comunità scientifica fiorentina hanno manifestato profonda preoccupazione per il progetto ENAC della nuova pista di Peretola da 2.400 metri, pista che arriverebbe a soli 250 metri dal Polo Scientifico di Sesto Fiorentino”. – dichiara Mauro Romanelli, Consigliere Regionale di Sinistra Ecologia Libertà. “Come ignorare il fatto che l’Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, che è uno dei centri più avanzati nel campo delle tecnologie della materia e nel settore della fotonica, utilizza apparecchiature sensibilissime e dispositivi di precisione e che ogni minima vibrazione acustica o elettromagnetica ne comprometterebbe il regolare funzionamento?”.
“E’ assurdo negare l’evidente l’incompatibilità tra le attività universitarie e di ricerca e l’ampliamento dell’aeroporto: con la nuova pista si costringerebbe, di fatto, a delocalizzare lezioni, corsi e laboratori, impedendo ogni possibile sviluppo del Polo Scientifico e innestando una probabile fuga di scienziati, date le condizioni impossibili in cui si pretende che lavorino”. “Penso sia da veri irresponsabili perdere quindici anni di investimenti pubblici per la ricerca scientifica, delocalizzare lo sviluppo tecnologico in ossequio a poteri forti e visioni miopi del futuro. Soprattutto dopo due decenni di dibattito politico in cui si era spiegata a tutta la comunità dell’area metropolitana fiorentina l’importanza del Polo Scientifico a Sesto. Venti anni per fare questa scelta, poi il sostanziale abbandono delle Istituzioni, dal punto di vista urbanistico e trasportistico, e ora addirittura si fa macchina indietro: il Super – Sindaco e ora Super – Premier Matteo Renzi, coi suoi super – poteri, realizza il sogno antico della grandeur fiorentina sempre coltivato dalla Confindustira e dai poteri forti. E pazienza se l’intero Polo Scientifico rischia di divenire inservibile, e se si dovranno stanziare centinaia di milioni di euro pubblici quando si era detto che il pubblico non doveva cacciare una lira”.
“Pazienza anche se qualcuno lo aveva detto, in Consiglio Regionale e fuori, ma evidentemente ascoltare parole di buon senso che parlavano dell’ovvio dispiaceva, non faceva comodo o addirittura dava fastidio”. “Credo però che sia arrivato il momento che qualcuno risponda agli allarmi che il mondo scientifico solleva. Il “Tutto bene Madama la Marchesa” non è più accettabile, noi non lo abbiamo del resto mai accettato, e non ci crede più nessuno”. “Ho presentato quindi un’interrogazione alla Giunta Regionale per chiedere conto di questa situazione e su che cosa intenda rispondere la Giunta a questi appelli e a questi allarmi. Per chiedere se l’Università e la Ricerca non sono una priorità. Se magari non sia più logica, in un’ottica di sviluppo di qualità, puntare su Pisa come aereoporto, e sulla Piana fiorentina invece sviluppare la vocazione proprio della ricerca scientifica, collegando magari al polo scientifico un incubatore di imprese innovative e un centro di ricerca magari collegato al polo dei rifiuti, in alternativa all’incenerimento, sul tema del riutilizzo del rifiuto e sulla riprogettazione dei manufatti industriali, in modo che siano completamente riciclabili nell’ottica della strategia Rifiuti-zero. Perché non pensare anche ad una piattaforma per il recupero dei rifiuti elettronici, vista l’assoluta mancanza di servizi in questa direzione sul nostro territorio?”. “Credo che la politica se punta sul valore della Ricerca e dell’Innovazione, possa essere capace di coniugare sostenibilità a sviluppo, competitività sana non a scapito dei diritti, creazione di lavoro. Ma è indispensabile sottrarsi alle pressioni degli interessi dominanti, al conformismo quasi violento, al pensiero unico che non ammette alternative, e all’ossequio per gli interessi costituiti. Siamo convinti che questo sia ancora possibile, anzi doveroso” – conclude Romanelli.
Fonte: Ufficio Stampa Sel