L’autopsia in programma quest’oggi – scrive La Nazione – dovrebbe chiarire forse in maniera definitiva cause e dubbi sulla morte di Aldo Corsi, l’ingegnere calenzanese di 56 anni ritrovato cadavere nel tardo pomeriggio di martedì, nella zona panoramica per Monte Morello, lungo una scarpata dov’è stata ritrovata la sua macchina, una Fiat Bravo. Disposti dal magistrato di turno, oltre all’esame autoptico, anche gli accertamenti tossicologici. Le indagini dei carabinieri sono coordinate dal sostituto procuratore Fedele La Terza, che vuole fugare ogni dubbio su (improbabili, sembra) responsabilità di terzi.
Cominciamo dalla macchina. Intanto sulla strada, quasi in corrispondenza del punto dove la Fiat Bravio è uscita dalla carreggiata, scivolando senza freni su un tratto in forte pendenza sono state riscontrate tracce di frenata: appartengono alla Fiat? Sono la prova del tentativo estremo di Corsi di evitare di uscire di strada, magari dopo un urto-collisione con un altro mezzo?
Poi il sangue: l’abitacolo ne è intriso. Quasi certamente è di Corsi, gli schizzi indicano che c’è stata una perdita copiosa di materiale ematico per i traumi, si pensa, subiti nell’incidente stradale. Ma naturalmente sarà analizzato.
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