Il maestro Ciuffoletti spiega la mostra “Dipingere la musica”

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Sesto Fiorentino accoglie dal 18 maggio al 9 luglio, nella mostra “Dipingere la musica”, le opere visive di Luca Galileo Ciuffoletti. La rassegna è organizzata da La Soffitta Spazio delle Arti in collaborazione con l’Associazione Nazionale Liuteria Artistica Italiana (Anlai) e con il sostegno del Comune di Sesto Fiorentino e ospitata negli storici locali de La Soffitta Spazio delle Arti, al secondo piano del Circolo Arci-Unione Operaia in piazza Rapisardi a Sesto Fiorentino.

Al taglio del nastro – in programma domenica 18 dalle 10,30 – presenzieranno tra gli altri, insieme all’artista, il responsabile del gruppo La Soffitta Spazio delle Arti, Francesco Mariani, il presidente dell’Anlai, Gualtiero Nicolini, il direttore della Scuola di Musica di Sesto Fiorentino, Fabio Chiari, e Yasuko Ishikawa, Ceo della BeeBest di Tokyo, sponsor giapponese del progetto.

Luca Galileo Ciuffoletti, abruzzese classe 1963 che vive da dieci anni a Tokyo, racconta come si è trasformato da apprezzato violinista in pittore innovativo.

E’ stato un processo di maturazione lungo iniziato circa due anni fa – esordisce Ciuffoletti –. In parte si può collegare all’influenza dei miei genitori, mia madre Maria Iannucci era pittrice mentre papà Giancarlo era professore d’arte; quindi sono cresciuto all’interno di una famiglia di artisti; credo che la cosa si sia sedimentata all’interno di me e, pur avendo poi scelto di darmi tutto alla musica, sia riapparsa ora, quasi misteriosamente. L’altro motivo è il fatto che, come violinista, dopo 30-35 anni di carriera ho sentito l’esigenza di approfondire le partiture musicali, soprattutto quelle di Bach, alla ricerca di elementi che non possono essere comunicati con uno strumento musicale. Ho preso Bach come primo riferimento perché gli dò anche una valenza filosofica e metafisica. In sostanza, comunque, ho voluto tentare un’esperienza completamente nuova”.

Quasi tutte le opere sono realizzate durante l’ascolto di brani musicali.

Alla base di tutto – spiega ancora l’autore – c’è un concetto filosofico, quello dell’automatismo psichico puro che ho ripreso dal manifesto surrealista di Breton. Ho cominciato a realizzare dei lavori dedicati a Bach molto concettuali, con molti aspetti matematici e qualche elemento di spontaneità. Poi, man mano, ho cercato di sciogliere questo dualismo tra logica e istinto. C’è anche un po’ di influenza della filosofia giapponese zen perché quando dipingo sono in uno stato quasi di meditazione. E accade che le partiture di Berio o di Bach diano forma a queste strutture che non hanno un significato particolare, ma che sono una cristallizzazione di un momento creativo avvenuto durante l’ascolto musicale alla ricerca di elementi nuovi della partitura. C’è un altro elemento interessante: la circolarità fra musica e arte; perché se dalle composizioni musicali ricavo dei quadri, anche i disegni sono fonte di nuove partiture musicali, quindi nasce una circolarità creativa positiva. E’ un viaggio appena iniziato che credo mi occuperà ancora molti anni”.

La cultura giapponese ha influito considerevolmente sull’evoluzione creativa di Ciuffoletti: “Il Paese che mi ha accolto ha avuto una fortissima influenza su di me – conferma il maestro –. A Tokyo ho lo studio fuori dalla metropoli, molto isolato, però sono circondato dalla cultura giapponese e questa, in dieci anni, ha influenzato il carattere, il modo di suonare e interpretare i brani con il violino e, soprattutto, la percezione dell’arte visiva. Però quando creo cerco di essere libero da qualunque modello”.

Alcune opere della serie in mostra, che richiamano le macchie di Rorschach, toccano la psiche dell’osservatore.

In effetti al centro del tutto c’è proprio un automatismo psichico puro, cioè il desiderio di rappresentare qualcosa di spontaneo. E la cosa emerge soprattutto nelle opere in cui ho usato soluzioni cromatiche molto violente. Ma i temi che ho voluto trattare sono sostanzialmente tre: musica, natura e spleen. Della musica ho già detto; la natura è vista come sogno, mentre lo spleen è quello decadente boudeleriano con la voglia di rappresentare i problemi esistenziali della propria epoca”.

La tournée italiana del maestro ha cinque tappe ufficiali. La prima è stata l’1 e 2 giugno a Guardamiglio (Lodi), poi dal 3 al 5 del mese a Lovere (Brescia) e dal 9 al 15 a Cremona. Dopo Sesto Fiorentino, dall’11 al 25, trasferimento a Rende (Cosenza).

“Il progetto è nato dalla collaborazione con l’Anlai, l’Associazione Nazionale Liuteria Artistica Italiana, e con il suo presidente Gualtiero Nicolini che è stato veramente l’artefice di tutto. Va sottolineato anche il legame con l’Associazione CCSVI nella Sclerosi Multipla per la quale stiamo raccogliendo fondi. E poi c’è il concreto aiuto della BeeBest di Tokyo, la società della signora Yasuko Ishikawa che mi ha accompagnato e che il nostro sponsor giapponese. Sono entusiasta del percorso fatto sinora e felice di essere ospitato in una galleria, La Soffitta Spazio delle Arti, che ha fatto la storia dell’arte in provincia di Firenze”.

Yasuko Ishikawa ha vissuto per alcuni anni a Firenze e scritto in volume sull’Abruzzo. Da anni con la BeeBest sostiene il lavoro di artisti emergenti e ha voluto sottolineare quanto sia innovativa la produzione artistica di Ciuffoletti: “Ho trovato molto interessante che nei suoi lavori il maestro trasmetta le emozioni e le sofferenze degli artisti e del mondo moderno. Alcune creazioni richiamano in parte Kandinski o Klee, anche loro musicisti. Trovo che usi un linguaggio unico e stia dando origine a un filone artistico nuovo che merita di essere fatto conoscere”.

La mostra, ad ingresso libero, sarà aperta sino al 9 luglio con i seguenti orari: 21-23 da martedì a venerdì, 16-19 il sabato, 10,30-12,30 e 16-19 la domenica; chiuso il lunedì.

La Soffitta Spazio delle Arti

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