Il Museo di Doccia e un futuro ancora tutto da decifrare

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Museo doccia richard-ginori
TuttoSesto

Vogliamo raggiungere in un tempo molto ragionevole, entro l’estate, l’obiettivo dell’acquisizione“.Parlava così Dario Franceschini a Firenze in occasione del G7 della cultura. Era il 30 marzo, non certo una vita fa. Di annunci da parte del governo, però, nessuna traccia. Almeno per il momento. La speranza è che presto possano esserci novità positive su questo fronte, anche perché – come cantavano i Righeira – l’estate sta finendo. La deadline, quindi, volge al termine.

Non intendiamo puntare il dito contro nessuno, né tanto meno affermare che le istituzioni non siano al lavoro. Vogliono solo riportare all’attenzione dei lettori un tema che sta a cuore ai sestesi perché il Museo Richard-Ginori rappresenta una parte di storia di Sesto Fiorentino. Una struttura ormai chiusa da quattro anni che versa, ahinoi, in condizioni fatiscenti, all’interno e all’esterno. Tanto da attivare il contadino Bruno Sarti a tagliare, come riportato da La Nazione nei giorni scorsi, le erbacce nello spazio davanti al Museo Un’opera spontanea, non retribuita e non commissionata da nessuno, per la quale potrebbe essere denunciato visto che è entrato in una proprietà privata senza permesso.

Il Museo di Doccia, casa di stupende opere d’arte, deve continuare a vivere. È l’ora di passare dalle parole ai fatti.

STEFANO NICCOLI

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