Una vita da giornalista, prima di decidere di “scendere in campo”. Espressione di berlusconiana memoria quanto mai azzeccata visto che tra le forze politiche che la sostengono c’è anche Forza Italia.
Maria Serena Quercioli, 46 anni, corrispondente de La Nazione, è candidata a sindaco di Campi Bisenzio per il centrodestra (Fratelli D’Italia, Lega Nord e Forza Italia), per la civicità locale e per la lista “Liberi di Cambiare“.
In vista delle elezioni amministrative del prossimo 10 giugno, tuttosesto.net inaugura con lei la serie di interviste ai candidati sindaco.
Da giornalista a candidato a sindaco di Campi Bisenzio: perché ha deciso di scendere in campo?
“Venticinque anni di lavoro sul territorio mi hanno offerto l’occasione di venire in contatto con le criticità per le quali non sempre sono state trovate soluzioni; la sensazione è che i cittadini, i commercianti, gli artigiani e le aziende siano giunti, per svariati motivi, all’esasperazione e molte scelte, anziché discusse e condivise, siano state imposte dall’alto.
Il peggioramento della qualità della vita ha condotto ad un logoramento dei rapporti persino fra concittadini e hanno vinto la rassegnazione e l’indifferenza. Campi è stato uno dei Comuni col più alto numero di associazioni e negli anni del mio lavoro non è mancata, grazie a loro, la solidarietà quando emergevano piccoli o grandi problemi. Oggi tante associazioni sono scomparse e quelle rimaste hanno il “fiato corto”, così Campi è divenuta una città solidale all’apparenza, dove purtroppo tante forme di povertà sono invisibili.
A fronte di tutto ciò, ho ritenuto di offrire il mio contributo ed il mio impegno in prima persona per un cambiamento vero, per disegnare un modello di città capace di creare sviluppo e occupazione, una Campi propositiva, unita e valorizzata in quelle che da sempre sono le sue caratteristiche e la sua storia.
Un cittadino incontrato in una frazione mi ha detto: “Mi aiuti a scrivere la storia di mio padre?” Quest’uomo si è soffermato prima sulla “giornalista” che conosce da tanti anni, alla quale affidare con fiducia la storia della famiglia. Oggi, dopo 25 anni, porto nel cuore le storie di tanti. E’ per questo che ho deciso di scendere in campo e di mettermi al servizio della Città. Perché Campi Bisenzio torni ad essere una realtà dove il dialogo, l’esperienza e la fiducia siano alla base di tutto“.
Può descrivere, in sintesi, i punti salienti del suo programma elettorale?
“Le piazze, il decoro urbano, la mobilità sostenibile, la sicurezza: la città di Campi Bisenzio necessita di un’attenzione maggiore da parte delle istituzioni. Il programma di legislatura 2018-2023 della lista civica “Liberi di cambiare”, sostenuta dai tre partiti di centro-destra, deve essere indirizzato verso una riduzione dell’indebitamento del Comune ma allo stesso tempo ha l’obbligo di guardare a quelle zone come Capalle e San Donnino, trascurate dalle precedenti amministrazioni e al recupero urgente del centro storico.
I punti cardine del nostro programma e del nostro impegno sono ancora la qualità della vita, peggiorata per i cittadini nelle piccole cose della quotidianità – dai servizi comunali ai giardini pubblici – e poi il decoro e la sicurezza. Priorità che riguardano sia il centro che le frazioni. Massima attenzione sarà data all’accesso per tutti a servizi educativi di qualità, al rapporto tra cittadini e amministrazione e a quello tra pubblico e privato. Il nostro programma, che stiamo andando a scrivere insieme a tanti campigiani, non è un libro dei sogni ma una antologia delle piccole cose per ridare bellezza e benessere al nostro territorio“.
Parliamo di nuova pista dell’aeroporto e inceneritore: qual è la sua posizione su queste due grandi opere?
“La salute dei cittadini e il diritto di espressione vengono prima di tutto e se poi si pensa che in due anni la città di Firenze possa avere un nuovo aeroporto con opere che necessitano di espropri, deviazione di fossi e quant’altro è un libro dei sogni. Ad oggi non sono state completate infrastrutture come la Mezzana Perfetti Ricasoli, né partiti i lavori per le circonvallazioni o altre linee della tramvia.
Lo scalo di Peretola, certo, ha bisogno di essere messo in sicurezza per superare le ataviche criticità strutturali del Vespucci ma ciò non può prescindere dal rispetto delle 141 prescrizioni che rappresenta la base per il quale potrebbe esserci il ricorso in caso di mancato rispetto anche di una sola prescrizione. Quando si parla di un’opera così impattante come l’ampliamento di Peretola se non la costruzione di un vero e proprio nuovo aeroporto, i cittadini di Campi (e degli altri Comuni) hanno diritto di esprimersi e il sindaco deve essere tutore del risultato, qualunque esso sarà. La proposta di “Liberi di cambiare” è quella di organizzare un referendum consultivo entro 180 giorni dalle elezioni. Con l’invito, chiaramente, ai Comuni che fanno parte del “Parco agricolo della Piana” a fare altrettanto. Dopo venti anni di stallo, la questione aeroporto non può più essere un affare di partito e degli industriali.
Oggi quello di Case Passerini è un impianto del quale si discute dal 2000, nato vecchio, basato su tecnologie superate ed è oramai sfatata anche l’antica ed errata convinzione secondo la quale l’inceneritore chiuderà il ciclo dei rifiuti. Per questa ragione porremo in essere tutte le azioni necessarie per evitare che si avviino i lavori di costruzione dell’impianto e attendiamo con positività la sentenza del consiglio di Stato. Sul tema la nostra posizione rimane negativa così come 9000 cittadini si espressero durante il referendum che si tenne a Campi nel 2007“.
Mi soffermo sulla nuova pista. Forza Italia, che la sostiene, è favorevole all’ampliamento dello scalo di Firenze, ma all’interno del partito ci sono voci discordanti. E’ il caso di Giorgio Silli, responsabile nazionale immigrazione, appena eletto deputato. “L’ampliamento non dà alcuna reale garanzia di sviluppo”, ha detto Silli il 15 marzo scorso. E’ possibile arrivare ad una sintesi?
“Il referendum rappresenta l’unica occasione per uscire da questo stallo: abbiamo perso troppi anni a discutere del nulla, senza elaborare progetti, sviluppare strategie, senza avere dati di supporto. La politica fino ad oggi non è stata all’altezza della sfida ma anzi, ha dimostrato tutta la sua debolezza. Il referendum sarà lo strumento che potrà servire a tutti: sarà una buona occasione per i Comitati che vogliono affossare una volta per sempre questo progetto e per chi, come gli industriali, avanzano le loro buone ragioni. Sarà lo strumento essenziale per stimolare un nuovo rapporto tra cittadinanza e istituzioni. Qualunque sarà il risultato che emergerà, un risultato, peraltro, tutt’altro che prevedibile, sarà stata fatta allo stesso modo la cosa giusta. Dopo anni di stallo, sul progetto serve un SI’ o un NO. Qualunque cosa decideranno i cittadini sarà sicurante più condivisa e dunque certamente più forte“.
In caso di elezione a sindaco, quali sarebbero le prime tre cose che farebbe?
“La cosa più semplice, un ufficio per le “piccole cose” dove il cittadino possa segnalare i disservizi e le riparazioni da effettuare in modo da avere un dialogo diretto con l’amministrazione. Ritengo davvero che si sia perso un rapporto diretto fra i cittadini e l’amministrazione comunale e ripartire da una maggiore attenzione alle “piccole cose”, a dei rapporti più personali, possa essere il modo migliore per recuperare il terreno perduto. Ma il periodo estivo si può utilizzare anche per cambiare la viabilità nel centro di Campi con il ritorno al senso unico di Via Santo Stefano creando ai lati dei veri e propri camminamenti per i cittadini. Infine ci attiveremo subito per creare un ufficio per il reperimento dei finanziamenti europei, nazionali e regionali. In questi anni l’amministrazione comunale non ha reperito nemmeno un euro di fondi europei. Dovremo invertire subito la rotta per realizzare i progetti che abbiamo già presentato ai cittadini di riqualificazione di piazza Palagione a Capalle, piazza Costituzione a San Donnino e procedere al restauro dell’ex caserma dei Carabinieri di Piazza Fra Ristoro per trasferire il comando della polizia municipale che avrà una sua visibilità con la auto parcheggiate davanti e potrà così essere più agevole la presenza degli agenti in centro e nella zona di Santa Maria e San Lorenzo. Oltre ad avviare subito la progettazione per il nuovo campo di calcio de La Villa per la società Lanciotto, in modo da poter rientrare già nel 2018 nei finanziamenti ministeriali“.
Faccia un appello ai cittadini di Campi Bisenzio: perché dovrebbero darle fiducia?
“Perché sono l’unica novità, l’unica donna candidato sindaco, a distanza di ben 15 anni, e perché per 25 anni per i cittadini, per tutte le realtà associative, le parrocchie, le aziende, i negozi del territorio ci sono sempre stata con il mio lavoro di cronista. Sono l’unica che ha potuto osservare da vicino il lavoro di più sindaci e assessori, lo sviluppo e le criticità di Campi. Ho un’eccellente memoria e le esperienze maturate le porto con me. Non solo: faccio tesoro di tante esperienze di buona amministrazione incontrate nei Comuni limitrofi e che troverete nel mio programma. Ora, dopo 70 anni di governo “monocolore” a Campi Bisenzio credo sia il momento di una alternanza, di una Democrazia compiuta. E’ tempo di nuove politiche, non più accecate dall’ideologia e dal “premio di risultato” concesso solo a chi è fedele ad una certa linea politica, indipendentemente dalle capacità. Si governa in base alle capacità perchè la politica è ben altro, deve essere capace di conciliare lo sviluppo economico al benessere dei cittadini. Certo, non si può essere il Sindaco di tutti, ma si può essere a servizio di tutti, perché il ruolo del sindaco è quello di servire la comunità, senza fare distinzioni. Se sono stata apprezzata come giornalista e scrittrice (oltre al lavoro al giornale e a svariati “mestieri” perché la stabilizzazione con La Nazione è arrivata dopo 15 anni di precariato; inoltre ho pubblicato oltre 15 volumi di storia locale a Campi e a giro per la Toscana, ho lavorato in uffici stampa importanti e diretto alcuni periodici), non credo gli elettori avranno difficoltà a vedermi in una veste nuova, alla guida della città.
Campi Bisenzio, il 10 giugno, ha l’opportunità di un cambiamento di portata storica, per guardare al futuro con occhi diversi, sapendo di contare su qualcuno che da 25 anni lavora sul territorio e non hai mai fatto la politica di mestiere. Anche quando sarò alla guida della città resterò sicuramente un “sindaco-giornalista” perchè è il mio punto di forza grazie alle relazioni coltivate, la conoscenza del territorio, l’indipendenza politica che riescono a farmi superare ostacoli e guardare al futuro con autonomia e senso di responsabilità: quella verso gli elettori e verso i campigiani tutti“.
STEFANO NICCOLI