Con un lungo post pubblicato su Facebook, Monia Monni, consigliera regionale del Partito Democratico, ha spiegato perché ha presentato due proposte di legge sull’economia circolare:
“Ieri in Prima Commissione consiliare ho presentato due proposte di legge, di cui sono prima firmataria, in materia di economia circolare. La prima, che interviene sullo Statuto regionale, prevede l’introduzione dello “sviluppo sostenibile” tra i principi fondamentali della Regione Toscana e la “promozione dell’economia circolare” tra le sue finalità principali. Questo tipo di previsione costituirà un fondamento importante per la costruzione di una normativa regionale che faciliti l’attuazione della transizione verso l’economia circolare e rafforzi le politiche in materia. La seconda, invece, intervenendo sugli strumenti della programmazione, mira ad orientare le politiche regionali, attraverso un intervento sul Programma regionale di sviluppo (PRS) e sulla programmazione settoriale, verso il modello dell’economia circolare, al fine di valorizzare gli scarti di consumo, estendere il ciclo vita dei prodotti, condividere le risorse, promuovere l’impiego di materie prime seconde e l’uso di energia da fonti rinnovabili.
L’obiettivo ambizioso di queste due proposte di legge è quello di offrire una perimetrazione più ampia al tema dell’economia circolare, troppo spesso tenuta in considerazione esclusivamente in riferimento a politiche di settore, come, ad esempio, i rifiuti. È in ragione di questo che l’intervento sugli strumenti di programmazione è motivato dalla volontà di valorizzare il connotato di trasversalità dell’economia circolare ed ha, in conseguenza, come obiettivo principale quello di conferire al modello circolare un carattere “permeante” verso tutti i settori della società. Non possiamo dimenticare che l’economia circolare non è un gioco di parole, ma un modello economico complessivo che permette di superare alcune storture strutturali dell’attuale sistema economico.
Fuori da queste due proposte di legge, mi sembra giusto esprimere la mia personale posizione, nel modo più sintetico possibile, sul tema dei rifiuti.
In primis, è necessario investire sulle più alte scale della gerarchia dei rifiuti: Riduzione, riuso e riciclo. Alzare la quota di raccolta differenziata è certamente importante, ma non sufficiente. Serve una risposta complessiva che tenga conto, in particolare, proprio della riduzione dei rifiuti.
Credo sia imprescindibile, ma su questo non c’è ancora una visione unitaria, la definizione di un ATO unico regionale che consenta di realizzare l’autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti e garantisca una pianificazione degli impianti più adeguata rispetto alle esigenze del territorio. Da mesi ho poi chiesto di affiancare agli attuali strumenti regionali un’analisi dei flussi e del ciclo vita dei rifiuti (Life Cycle Assessment – LCA), che fornirebbe alla regione uno strumento utile a supportare le scelte di pianificazione e proiettare il sistema in un arco temporale più ampio, di almeno dieci anni, per compiere scelte lungimiranti e mirate ad affrontare in modo sistemico il nodo relativo ai rifiuti.
Non voglio dimenticare due temi. Il primo, è relativo alla necessità di ridurre il conferimento dei rifiuti in discarica che rappresenta l’opzione ambientalmente meno sostenibile. Il secondo relativo, invece, ai sistemi di tariffazione. È necessario, infatti, transitare verso un sistema che premi i comportamenti virtuosi e faciliti l’applicazione della tariffa puntuale, dove si paga in base a quanto si conferisce.
Imprimere una visione diversa e non ideologica dell’ambiente non è certamente semplice in Italia, ma continuerò a ritenere che la politica o è capacità di cogliere le sfide del futuro o, semplicemente, non è”.