Raccolti 10 quintali di rifiuti in spiaggia: coinvolti anche studenti del liceo artistico di Sesto

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10 quintali di rifiuti, principalmente di plastica, raccolti da oltre 150 volontari che, questa mattina, hanno partecipato a una giornata di pulizia in riva al mare a Marina di Vecchiano per sensibilizzare l’opinione pubblica su quanto ciascuno può fare per dare una mano all’ambiente. Volontari delle sezioni soci Coop e delle associazioni del territorio, di Circolo Legambiente Pisa, studenti del Liceo artistico statale di Porta Romana e Sesto Fiorentino, muniti di guanti, bustine per i rifiuti e maglia con il logo Arcipelago pulito, hanno setacciato un tratto di spiaggia, raccolto un campionario vario di oggetti e concluso la mattinata con una degustazione di frittura di paranza dell’Arcipelago toscano.

L’iniziativa di oggi è stata promossa da Unicoop Firenze e Legambiente, in collaborazione con il Comune di Vecchiano, la sezione soci Coop Valdiserchio Versilia e l’Ente Parco Regionale Migliarino San Rossore Massacciuccoli, nell’ambito della campagna Arcipelago pulito, il progetto sperimentale che ha messo in fila tanti soggetti, dal Ministero dell’ambiente a Regione Toscana, Legambiente e Unicoop Firenze fino alle cooperative locali di pescatori, uniti dall’obiettivo di rendere più pulito il braccio di mare di 300 km tra Livorno e Grosseto. Da aprile scorso, per la prima volta in Italia, le plastiche che finiscono nelle reti di raccolta vengono portate in porto, classificate e debitamente smaltite dal Revet, un’azienda specializzata nella raccolta, selezione e trattamento di materiali destinati al riciclaggio, che poi seleziona i rifiuti riciclabili e quelli destinati allo smaltimento.
Una vera e propria filiera toscana per un mare senza rifiuti che rappresenta il primo caso in Italia di recupero delle plastiche disperse in mare che finora non venivano riportate in porto.

Con una prima sperimentazione di sei mesi, il progetto in corso mette in campo 24 pescherecci, di cui 6 già in azione che nei primi 15 giorni hanno raccolto 230 chili plastica, circa 2 mq di volume di cui il 15% riciclabile: reti (11%), tappi e coperchi (9,6%), mozziconi di sigaretta (8,5%), bottiglie (7,7%), cotton fioc (6,1%), stoviglie usa e getta (4,4%), contenitori vari (2,9%), sacchetti e shopper (2%) sono gli oggetti più trovati, insieme a un campionario vario di bicchieri, palloni, pinne, taniche, stivali, secchi e persino resti di giocattoli. Una volta arrivati in porto, i rifiuti sono stati stoccati in un apposito deposito dalla Labromare, la concessionaria per la pulizia del porto di Livorno che fa una prima selezione. Da lì i rifiuti hanno continuato il viaggio fino alla Revet per la fase finale di recupero o smaltimento. La sperimentazione di sei mesi proseguirà fino a ottobre quando, dopo un primo bilancio, il progetto potrebbe essere esteso ad altre zone della Toscana o d’Italia. Quello di Unicoop Firenze per l’ambiente è un impegno continuo che, con il progetto Arcipelago pulito, si traduce in una serie di attività quotidiane di impatto immediato sul territorio toscano e non solo: al termine della sperimentazione dei sei mesi il Ministero dell’ambiente farà un bilancio dei risultati e valuterà se questo progetto pilota può funzionare da caso esemplare e modello replicabile in altre aree marine italiane.

L’IMPEGNO DI UNICOOP FIRENZE PER LA RIDUZIONE DELLA PLASTICA
Quello che per molti è una novità di oggi, per Unicoop Firenze è una scelta che risale addirittura al 2009, quando Unicoop Firenze ha scelto i sacchetti biodegradabili al posto degli shopper tradizionali alle casse. Una decisione che, in termini ambientali, in otto anni ha prodotto numeri di successo. Oggi il 70% dei clienti Unicoop Firenze ha imparato a usare borse riutilizzabili. Inoltre, dal 2009, la Cooperativa ha di fatto prodotto e fatto produrre 4900 tonnellate in meno di rifiuti di plastica e ha emesso nell’ambiente 3000 tonnellate di anidride carbonica in meno rispetto a quanto sarebbe successo in assenza di queste scelte ecosostenibili. L’introduzione del Mater-Bi per l’ortofrutta invece è cominciata nel 2012 con la sperimentazione in alcuni punti vendita. Dal 2014 in tutti i reparti freschi dei punti vendita di Unicoop Firenze sono stati inseriti i sacchetti compostabili che per legge, dal 1° gennaio 2018, sono a pagamento.
Con parte del ricavato di vendita dei sacchetti Unicoop Firenze ha deciso di sostenere la campagna Arcipelago pulito che ha l’obiettivo di accendere un faro sulla necessità urgente di prendere provvedimenti per evitare ulteriori e irreparabili danni a un ambiente minacciato da comportamenti irrispettosi e lesivi del bene comune. L’ambiente marino è un esempio dei tanti danni già inflitti all’ambiente, saturo oggetti di plastica usa e getta, responsabili dell’85% dell’inquinamento che colpisce oceani e spiagge di tutto il Pianeta, oltre a raggiungere persone e animali attraverso la microplastica, che si disperde nel cibo, nell’acqua e nell’aria. In particolare in estate il mare e le spiagge portano i segni del grande passaggio turistico fatto di cicche di sigarette, accendini, chewing gum, creme solari e numerosi materiali plastici abbandonati dai bagnanti o riportati a riva dal mare, come nel caso dei cento milioni di cotton fioc che, secondo l’Enea, sono dispersi sulle spiagge italiane.

TOSCANA PUNTA D’ECCELLENZA
Arcipelago Pulito è una campagna unica in Italia che rende Unicoop Firenze e la Toscana una punta di eccellenza sul tema della battaglia per la riduzione delle plastiche, di forte attualità negli ultimi tempi. E’ di questi giorni, infatti, l’arrivo di nuove norme europee che obbligano gli Stati membri a ridurre l’uso di contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, con precisi obiettivi di riduzione e l’impegno a cercare prodotti alternativi.
Lo stop riguarda 10 oggetti di plastica monousocome stoviglie, cannucce, agitatori per bevande, bastoncini per le orecchie e aste dei palloncini. Secondo il progetto di direttiva, inoltre, i contenitori per bevande in plastica saranno ammessi solo se i tappi e i coperchi restano attaccati al contenitore. Per i contenitori per alimenti e tazze per bevande in plastica, gli Stati membri dovranno fissare obiettivi nazionali di riduzione. I produttori saranno inoltre chiamati a coprire i costi di gestione dei rifiuti per prodotti come i mozziconi di sigaretta, palloncini e attrezzi da pesca in plastica
Il bando non scatta per gli oggetti ai quali non c’è alternativa, come assorbenti e salviette umidificate, ma in questo caso i loro imballaggi dovranno avere un’etichetta che indica chiaramente al consumatore l’impatto negativo del prodotto sull’ambiente. Infine entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande, anche attraverso sistemi di cauzione-deposito. Per Bruxelles la misura oltre a salvaguardare ambiente e salute rappresenta anche un’opportunità economica per le aziende che grazie ad incentivi pubblici dovranno creare economie di scala e diventare più competitive per piazzare beni sostenibili nei mercati globali.
Non sono bandite le reti da pesca in plastica, responsabili del 27% dell’inquinamento marino, ma i produttori dovranno contribuire a coprire i costi della raccolta nei porti di quelle abbandonate in mare e il trasporto nei centri nelle quali vengono trattate.
Secondo Bruxelles la direttiva eviterà l’emissione di 3,4 milioni di tonnellate di CO2, eviterà danni ambientali che costano alla comunità 22 miliardi di euro e farà risparmiare 6,5 miliardi di euro ai consumatori.

Unicoop Firenze

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