Si è celebrata nella mattinata di domenica 15 luglio la commemorazione della battaglia della Fonte dei Seppi. Tra i presenti Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, Roberto Corsi, presidente dell’Anpi sestese, e Lorenzo Falchi, sindaco di Sesto Fiorentino, del quale vi riportiamo una parte dell’intervento:
“13 uomini qui, 74 anni fa, non sapevano che stavano per morire, ma sapevano di aver fatto una scelta di campo precisa. Quelli furono anni in cui larga parte della popolazione, per comodo, per paura o per uniformità al pensiero unico, rimase in silenzio. Non scegliendo aveva scelto di adeguarsi all’abominio della dittatura fascista. Questi 13 uomini, insieme agli altri che presero le armi, fecero una scelta di campo ben precisa, sapendo di mettere a repentaglio la propria vita.
Non sappiamo cosa passò nella mente di questi 13 uomini poco prima di morire, ma sappiamo che decisero di opporsi alla dittatura, al sopruso, allo Stato che aveva imposto le Leggi Razziali, una infamia per il nostro Paese. Per legge fu scritto che i cittadini non erano tutti uguali. Non possiamo far finta che il nazismo e il fascismo siano stati fenomeni calati dall’alto. Per questo è importante conoscere la storia. Nelle scuole abbiamo promosso una bella iniziativa con l’Aned, l’Anpi e tante altre realtà importanti sugli 80 anni dall’approvazione delle Leggi Razziali. La conoscenza toglie l’alibi a tutti e ci consente di provare a non commettere gli stessi errori. I cittadini devono avere gli strumenti per leggere cosa sta succedendo. Raccontarci che è una storia passata, vecchia, che ci ritroviamo qui tra persone nostalgiche di un mondo che fu ma che non ha più nessuna attinenza con quello che sta succedendo oggi, penso sia il modo peggiore per affrontare le sfide che la nostra civiltà ha davanti a sé”.
Nella seconda parte dell’intervento, il sindaco Lorenzo Falchi, ha ribadito l’importanza e l’attualità della Costituzione italiana. L’ultimo pensiero è stato per i giovani ambasciatori della Repubblica Saharawi, ospiti, come tutti gli anni, del Comune e delle associazioni di volontariato della piana.
Ricordando l’ingiustizia cui è sottoposto da decenni il popolo Saharawi, il sindaco, parafrasando Che Guevara, ha invitato i presenti a non abbassare mai la guardia contro le ingiustizie:
“Dobbiamo essere sempre capaci di sentire le ingiustizie che avvengono nel mondo come fossero rivolte verso di noi“.
Frase di Che Guevara: “Siate sempre capaci di sentire nel più profondo qualunque ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo“.