Bella Ciao

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Monumento al Partigiano a Sesto fiorentino

Dopo venti anni di regime e dopo cinque di guerra, eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un’anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno, o amici, abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all’uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà.                                  (Norberto Bobbio)

 

25 aprile 1945. Quel giorno si concluse, con la sconfitta di chi la volle, una guerra sanguinosa, inutile (come tutte le guerre) e purtroppo, in Italia, anche fratricida.

Da quella guerra, dalla lotta di liberazione combattuta dai partigiani e sostenuta da gran parte della popolazione, nacque un’Italia nuova che, di lì a poco, si regalò anche una forma di governo inedita: la repubblica.

Da quella guerra nacque la Costituzione su cui ancora oggi sono tenuti a giurare tutti i rappresentanti delle nostre Istituzioni. Dal Presidente della Repubblica al Sindaco del Comune più remoto. Dai rappresentanti del Governo a quelli delle Forze Armate.

Piaccia o non piaccia, questa è la storia da cui è nata la Repubblica Italiana e su cui sono basate le nostre istituzioni. Per questo ritengo che chi le rappresenta non possa sottrarsi alle celebrazioni perché ciò significherebbe sfuggire a un dovere ed equivarrebbe al mancato riconoscimento delle istituzioni stesse.

Il 25 aprile non è una generica ricorrenza, ma la festa di tutti gli italiani e non solo dei comunisti come vuole insinuare il ministro degli Interni. E’ la festa di quelli che, grazie alla Liberazione, grazie alla Repubblica, grazie alla Costituzione, oggi hanno la possibilità di esprimere le proprie idee. Possibilità che per venti lunghissimi anni fu vietata da un regime che per questo e per altri crimini è stato sconfitto dalla Storia prima ancora che sul campo di battaglia.

La nostra Costituzione, proprio quella nata dalla Liberazione, impedisce la ricostituzione del partito che di quei crimini fu responsabile.

Oggi si festeggia questo. Chi non si sente di farlo ha, per sua fortuna, e grazie alle lotte condotte all’epoca, la possibilità di astenersi, ma dovrebbe avere il buon senso di rinunciare a guidare le istituzioni democratiche che da quelle lotte scaturirono.

 

«Una mattina mi son svegliato,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao!
Una mattina mi son svegliato
e ho trovato l’invasor.

O partigiano portami via,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
o partigiano portami via
che mi sento di morir.

E se io muoio da partigiano,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao,
e se io muoio da partigiano
tu mi devi seppellir.

Seppellire lassù in montagna,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao,
seppellire lassù in montagna
sotto l’ombra di un bel fior.

E le genti che passeranno,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao,
e le genti che passeranno
mi diranno «che bel fior.»

Questo è il fiore del partigiano,
o bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao,
questo è il fiore del partigiano
morto per la libertà»

DANIELE NICCOLI

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